
Dopo averne fornito il riassunto, il racconto viene spiegato in questi termini (pp. 178-179): “il meteorite rappresenta la vitalità che piomba contro di noi dall’universo; la fattoria richiama il bisogno di serenità e negazione, turbato dall’imprevedibile onnipotenza del caos; l’annientamento del padrone della fattoria, Nahum Gardner, rodotto a un ammasso informe di carne in putrefazione, simboleggia l’impotenza degli umani di fronte agli agenti cosmici; il pozzo incarna l’ignoto, mentre l’inspiegabile bagliore che ne emerge sembra essere dotato di volontà, proprio come gli ORBS, le BOL e le luci fantasma, tanto da apparire agli occhi dei contadini come una creatura ambigua e spaventosa. La luce colorata, che alla fine del racconto torna verso il buio sconfinato da dove è arrivata, rievoca la teoria nietzsciana dell’eterno ritorno, secondo cui ogni evento esperibile è stato già vissuto infinite volte e si ripresenterà in eterno nel futuro”.
A proposito di “luci fantasma” associate al fenomeno degli ORBS, un curioso accadimento ha visto testimone, proprio di recente, un visitatore recatosi ad omaggiare la tomba di Lovecraft nel cimitero di Providence. L’ignaro turista, che per l’occasione si è fatto immortalare in un'istantanea, ha poi scoperto sulla foto la presenza di una di queste luci dalla forma vagamente umana, e ha subito riportato l’inquietante scoperta sul suo blog: literary-equine.livejournal.com.

La stessa Muriel Eddy, moglie dello scrittore C.M. Eddy e cara amica di Lovecraft, dopo la sua morte raccontò di una curiosa “materializzazione” che ebbe luogo, in una sera d’inverno, vicino alla lapide dello scrittore; testimonianza da noi tradotta e che presto presenteremo in un prossimo volume della Dagon Press. Nel frattempo, leggetevi il commento di Grim Blogger sul fenomeno luminoso di cui sopra, opportunamente intitolato H.P. Lovecraft’s Ghost?, riportato su Grim Reviews.
Pietro Guarriello
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