Visualizzazione post con etichetta Editoria. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Editoria. Mostra tutti i post

mercoledì 24 agosto 2011

Weird Tales #358: la storica rivista americana cambierà direzione e proprietà

Weird Tales #358, 2011, copertinaL’uscita estiva 2011 di Weird Tales, la numero 358, è disponibile da agosto sia nel consueto fascicolo a stampa che nei formati digitali Kindle ed epub, ma a monopolizzare l’attenzione sulla storica testata americana del fantastico sono gli annunci sui drastici cambiamenti in vista circa la sua conduzione e proprietà.

Il seguente #359, previsto per il prossimo febbraio, sarà infatti l’ultimo a cura di Ann VanderMeer che ha diretto la rivista negli ultimi cinque anni, drasticamente rinnovandola nei contenuti e nello stile fino a condurla in tre occasioni alla finale del premio Hugo, vinto infine per la prima volta nella pur lunga storia di Weird Tales. A renderlo pubblico ieri su weirdtalesmagazine.com è stata la stessa curatrice poiché, a quanto pare, non le è stato consentito di pubblicare un “editoriale di addio” sul prossimo e finale numero da lei diretto.

La Wildside Press di John Betancourt, che nel 2007 aveva rilevato il marchio di Weird Tales, ha infatto venduto lo stesso magazine alla nuova compagnia Nth Dimension Media dello scrittore, antologista ed editore Marvin Kaye, il quale intenderebbe assumerne la cura con una prima pubblicazione già preannunciata come a tema interamente lovecraftiano.

Chissà se tale drastico cambio gestionale andrà a influire sulle sorti della neonata versione italiana di Weird Tales, il cui secondo fascicolo – ritardato ad agosto/settembre nonostante l’annunciata cadenza bimestrale – è in arrivo dopo l’esordio dello scorso maggio/giugno.

Nel frattempo, su Weird Tales #358 – Summer 2011 possiamo trovare i contributi narrativi di Ramsey Shehadeh, Karin Tidbeck, Nik Houser, Gio Clairval, Eric Lis, Brant Danay e altri. Ann VanderMeer intervista la pittrice Carrie Ann Baade, autrice dell’immagine di copertina, mentre Genevieve Valentine prende in esame il lato weird della haute couture e Kenneth Hite esplora la Boston di Richard Upton Pickman per la propria rubrica “Lost in Lovecraft”. Spazio anche al cinema weird con Robert A. Kowal, oltre che alla Angry Robot Books con intervista al suo direttore editoriale Marc Gascoigne.

Informazioni, abbonamenti e acquisti presso il sito web ufficiale di Weird Tales Magazine. A seguito un sommario dell’uscita.

The Eyrie – Ann VanderMeer
A Sweet Disorder in the Dress – Genevieve Valentine
Weird Cinema – Robert A. Kowal
The Library – Cynthia Ward
Carrie Ann Baade Interviewed by Ann VanderMeer
The Diner on the Edge of Hell – Ramsey Shehadeh
Jagannath – Karin Tidbeck
A Beginner’s Guide to Sandcastle Alchemy – Nik Houser
Look at the Jam I’m In – Richard Holinger
The Hand – Gio Clairval
A Contract Without Looholes – Eric Lis
Beelzebub’s Messiah – Brant Danay
Lost in Lovecraft – Kenneth Hite

Weird Tales #358
a cura di Ann VanderMeer
Wildside Press, Summer 2011
fascicolo, illustrazioni in bianco e nero, 80 pagine, $6.99
edizione digitale Kindle/epub, $2.99

Andrea Bonazzi

lunedì 18 luglio 2011

Shirley Jackson Awards 2010, Neil Gaiman e Laird Barron fanno il bis

Shirley Jackson Awards, logoGli Shirley Jackson Awards per il 2010 sono stati assegnati ieri sera a Burlington, nel Massachusetts, in occasione della Readercon 22. The conference on imaginative literature.

Lo avevamo già scritto presentandone i finalisti ad aprile in queste pagine: i riconoscimenti letterari per l’horror, il fantastico dark e la suspence psicologica intitolati alla memoria di Shirley Jackson andrebbero tenuti strettamente d’occhio, rappresentando una sorta d’ideale “premio di critica” selezionato e attribuito da una giuria di altri scrittori di genere, in confronto a differenti e certo più popolari awards votati, piuttosto, da un maggiormente vasto complesso d’iscritti ad associazioni di categoria.

Vincono Robert Jackson Bennett per il romanzo Mr. Shivers e Peter Watts con il racconto breve “The Things”, ma soprattutto si confermano e impongono Laird Barron, col romanzo breve “Mysterium Tremendum” e la propria notevole raccolta personale Occultation, e il sempiterno Neil Gaiman con il racconto lungo “Truth Is a Cave in the Black Mountains” oltre che, nella categoria delle antologie, per Stories: All New Tales curata insieme ad Al Sarrantonio.

Qui a seguito la lista dei vincitori e finalisti scelti fra le pubblicazioni dello scorso anno, in sé un ottimo suggerimento per le prossime letture.

Romanzo (Novel) vincitore:
Mr. Shivers – Robert Jackson Bennett
Finalisti:
Dark Matter – Michelle Paver (Orion)
A Dark Matter – Peter Straub (Doubleday)
Feed – Mira Grant (Orbit)
The Reapers Are the Angels – Alden Bell (Holt)
The Silent Land – Graham Joyce (Gollancz)

Romanzo breve (Novella) vincitore:
Mysterium Tremendum – Laird Barron (in Occultation, Night Shade)
Finalisti:
The Broken Man – Michael Byers (PS Publishing)
Chasing the Dragon – Nicholas Kaufmann (Chizine Publications)
One Bloody Thing After Another – Joey Comeau (ECW Press)
Subtle Bodies – Peter Dubé (Lethe Press)
The Thief of Broken Toys – Tim Lebbon (Chizine Publications)

Racconto lungo (Novellette) vincitore:
Truth Is a Cave in the Black Mountains – Neil Gaiman (in Stories: All New Tales, William Morrow)
Finalisti:
--30-- – Laird Barron (in Occultation, Night Shade)
The Broadsword – Laird Barron (in Black Wings, PS Publishing)
Holderhaven – Richard Butner (in Crimewave 11: Ghosts)
The Redfield Girls – Laird Barron (in Haunted Legends, Tor)

Racconto breve (Short Story) vincitore:
The Things – Peter Watts (in Clarkesworld, Issue 40)
Finalisti:
As Red as Red – by Caitlin R. Kiernan (in Haunted Legends, Tor)
Booth’s Ghost – Karen Joy Fowler (in What I Didn’t See, Small Beer Press)
The Foxes – Lily Hoang (in Haunted Legends, Tor)
“six six six” – Laird Barron (in Occultation, Night Shade)

Raccolta di singolo autore (Single-Author Collection) vincitrice:
Occultation – Laird Barron (Night Shade)
Finalisti:
The Ones That Got Away – Stephen Graham Jones (Prime Books)
The Third Bear – Jeff VanderMeer (Tachyon)
What I Didn’t See – Karen Joy Fowler (Small Beer Press)
What Will Come After – Scott Edelman (PS Publishing)

Antologia curata (Edited Antology) vincitrice:
Stories: All New Tales – a cura di Neil Gaiman e Al Sarrantonio (William Morrow)
Finalisti:
Black Wings: Tales of Lovecraftian Horror – a cura di S.T. Joshi (PS Publications)
Haunted Legends – a cura di Ellen Datlow e Nick Mamatas (Tor)
My Mother She Killed Me, My Father He Ate Me: Forty New Fairy Tales – a cura di Kate Bernheimer (Penguin)
Swords and Dark Magic: The New Sword and Sorcery – a cura di Jonathan Strahan e Lou Anders (EOS)


Fonte ufficiale: www.shirleyjacksonawards.org.

Andrea Bonazzi

domenica 26 giugno 2011

Martin H. Greenberg, 1941-2011: scompare uno dei più noti antologisti del fantastico

Martin H. Greenberg, foto“L’editor Martin H. Greenberg (1941) è morto il 25 giugno scorso dopo una lunga battaglia contro il cancro. Greenberg ha lavorato per decenni come antologista, compilatore e curatore pubblicando antologie in collaborazione con decine di altri autori e colleghi fra i quali Isaac Asimov, Robert Silverberg, Esther Friesner, Gregory Benford, Jane Yolen, Mike Resnick e molti altri. Greenberg ha ricevuto il Prometheus Award nel 2005 ed è stato uno dei primi a ricevere il Solstice Award, nel 2009”.

Questo, reso in italiano, il primo comunicato diffuso dalle pagine web di SF Site. Premiato pure nell’ambito dell’horror nel 2003 con il Bram Stoker Award per la carriera, il settantenne americano Martin H. Greenberg – l’aggiunta dell’iniziale del secondo nome, Harry, nella firma gli venne suggerito per non confondersi con l’omonimo Martin Greenberg editore della Gnome Press – era ben noto anche in Italia per le innumerevoli antologie di genere curate fra il 1974 e il 2010, ben 127 insieme a Isaac Asimov ma anche con Charles G. Waugh e tanti altri nomi oltre a quelli citati in precedenza.

Gli amanti del weird horror ricorderanno fra i molti suoi volumi Lovecraft’s Legacy. A Centennial Celebration of H.P. Lovecraft, omaggio lovecraftiano curato insieme a Robert E. Weinberg nel 1990.

Collegamenti:
Obituary: Martin H. Greenberg su SF Site News.
Bibliografia su The Internet Speculative Fiction Database.

Andrea Bonazzi

venerdì 15 aprile 2011

Shirley Jackson Awards 2010: i finalisti

The Shirley Jackson Awards, logo
Si tratta di un premio letterario relativamente recente, istituito dal 2007 alla memoria della grande Shirley Jackson (1916-1965, con il logo a riprodurre la caratteristica montatura dei suoi occhiali) in riconoscimento delle migliori opere horror, di suspence psicologica e fantastico dark pubblicate nell’anno precedente: gli Shirley Jackson Awards sono votati da una giuria di scrittori, curatori, critici e accademici sulle segnalazioni di un “collegio di consulenti” anch’esso composto da esperti di genere e professionisti del settore.

Di carattere meno popolare – forse anche meno “commerciale” – di altri specializzati awards votati invece dal complesso degli iscritti di categoria, i premi Shirley Jackson sono comunque senz’altro indicativi delle migliori tendenze nella più recente letteratura horror in inglese, estremamente interessanti da seguire anche per chi, all’estrema provincia dell’impero e generalmente inabile a leggere in lingua originale, poco o nulla conoscerà dei titoli citati, al massimo riconoscendo qualche nome qui già noto, e con pochissime speranze di attendersene alcuna edizione in italiano.

I riconoscimenti relativi all’annata del 2010 verranno assegnati il prossimo 17 luglio alla Readercon 22. The conference on imaginative literature che si terrà a Burlington, in Massachusetts. Nel frattempo, rendiamo conto dei finalisti selezionati per le rispettive categorie narrative di lunghezza, appena resi noti dal sito ufficiale di The Shirley Jackson Awards.

Romanzo (Novel):
Dark Matter, Michelle Paver (Orion)
A Dark Matter, Peter Straub (Doubleday)
Feed, Mira Grant (Orbit)
Mr. Shivers, Robert Jackson Bennett (Orbit)
The Reapers Are the Angels, Alden Bell (Holt)
The Silent Land, Graham Joyce (Gollancz)


Romanzo breve (Novella):
The Broken Man, Michael Byers (PS Publishing)
Chasing the Dragon, Nicholas Kaufmann, (Chizine Publications)
“Mysterium Tremendum”, Laird Barron (in Occultation, Night Shade)
One Bloody Thing After Another, Joey Comeau (ECW Press)
Subtle Bodies, Peter Dubé (Lethe Press)
The Thief of Broken Toys, Tim Lebbon (Chizine Publications)

Racconto lungo (Novellette):
“--30--”, Laird Barron (in Occultation, Night Shade)
“The Broadsword”, Laird Barron, (in Black Wings, PS Publishing)
“Holderhaven”, Richard Butner, (in Crimewave 11: Ghosts)
“The Redfield Girls”, Laird Barron (in Haunted Legends, Tor)
“Truth Is a Cave in the Black Mountains”, Neil Gaiman (in Stories: All New Tales, William Morrow)


Racconto breve (Short Story):
“As Red as Red”, by Caitlin R. Kiernan (in Haunted Legends, Tor)
“Booth’s Ghost”, Karen Joy Fowler (in What I Didn’t See, Small Beer Press)
“The Foxes”, Lily Hoang (in Haunted Legends, Tor)
“six six six”, Laird Barron (in Occultation, Night Shade)
“The Things”, Peter Watts (in Clarkesworld, Issue 40)

Raccolta di singolo autore (Single-Author Collection):
Occultation, Laird Barron (Night Shade)
The Ones That Got Away, Stephen Graham Jones (Prime Books)
The Third Bear, Jeff Vandermeer (Tachyon)
What I Didn’t See, Karen Joy Fowler (Small Beer Press)
What Will Come After, Scott Edelman (PS Publishing)


Antologia curata (Edited Antology):
Black Wings: Tales of Lovecraftian Horror, a cura di S.T. Joshi (PS Publications)
Haunted Legends, a cura di Ellen Datlow e Nick Mamatas (Tor)
My Mother She Killed Me, My Father He Ate Me: Forty New Fairy Tales, a cura di Kate Bernheimer (Penguin)
Stories: All New Tales, a cura di Neil Gaiman e Al Sarrantonio (William Morrow)
Swords and Dark Magic: The New Sword and Sorcery, a cura di Jonathan Strahan e Lou Anders (Harper Voyager)

Andrea Bonazzi

venerdì 25 marzo 2011

April R. Derleth, 1954-2011

April R. Derleth, fotoLa editrice americana April R. Derleth, 56 anni, è morta lo scorso 21 marzo. Figlia dello scrittore August Derleth, April era comproprietaria della Arkham House insieme al fratello Walden, conducendone l’attività editoriale come presidentessa e amministratrice esecutiva dal 2002.

Nata il 9 agosto del 1954, April Rose Derleth aveva cinque anni quando i suoi genitori divorziarono e lei venne affidata al padre. August Derleth fu il co-fondatore dell'Arkham House, con Donald Wandrei, nel 1939. Dopo la sua morte nel 1971, Wandrei assunse brevemente la direzione editoriale per essere quindi sostituito da James Turner, il quale supervisionò le operazioni fino a che April non assunse il controllo della casa editrice di famiglia, cercando di riportarne le pubblicazioni entro l’ambito originario della weird fiction classica dopo un certo periodo di rilancio principalmente incentrato sulla fantascienza.

Recentemente tornata a nuova attività, con diversi titoli in cantiere per la conduzione dei nuovi curatori Robert Weinberg e George Vanderburgh, dal proprio sito web ufficiale la storica Arkham House ha annunciato la temporanea sospensione degli ordini in corso e delle vendite.

Fin qui, in sostanza, i comunicati e necrologi apparsi in rete il 22 marzo scorso, da SF Site a Locus Online, seguiti dall’unanime ondata di cordoglio e di ricordi personali tuttora in diffusione attraverso le reti sociali e i canali informativi del fantastico non solo americano.

Andrea Bonazzi

lunedì 31 gennaio 2011

Claudio De Nardi, 1950-2010

Claudio De Nardi, 1989 (foto di Giancarlo Pellegrin)“In memoria di Claudio De Nardi,
scomparso improvvisamente
e prematuramente mentre
questo libro era in fase di stampa”.

Questa la dedica in settima pagina di Teoria dell'orrore, riedizione aggiornata della raccolta dei saggi di H.P. Lovecraft appena pubblicata dall’editrice Bietti, la cui prima edizione presso Castelvecchi, nel 2001, era appunto stata tradotta da De Nardi.

Appresa per via diretta nel novembre scorso, la notizia sembra aver colto di sorpresa l’editore ed è soltanto attraverso tale omaggio, aggiunto in stampa all’ultimo minuto, che veniamo a conoscenza della morte di Claudio De Nardi, saggista e traduttore, appassionato ed esperto di letteratura weird tra i massimi in Italia, attivo dalla seconda metà degli anni 70.

Proprio nel suo primo saggio pubblicato su volume, “Alla ricerca della Chiave d'Argento” nel derlethiano Il guardiano della soglia (Fanucci, 1977), è possibile scovare una delle rare note biografiche che lo descrivono, in seguito altrimenti rarefatte sino alla mera citazione del dato bibliografico, se non del tutto assenti nell’estrema riservatezza del suo proporsi in pubblico: “Claudio De Nardi (1950) veneto trapiantato in Friuli, si occupa di letteratura e poesia europee e nord-americane moderne. Si è laureato in lettere con una tesi sul più «orfico» e forse più grande poeta «fantastico» italiano del Novecento: Dino Campana. Laureando in filosofia […],” e via scrivendo sulle proprie attività di quel periodo.

Premio “Repubblica di San Marino” 1995 per il complesso della sua opera saggistica, collaboratore editoriale per Fanucci, Solfanelli, Reverdito, Il Cerchio, Castelvecchi e varie storiche realtà del fandom italiano dalla triestina Il Re in giallo a Yorick, articoli di De Nardi erano apparsi sulla rivista francese Antares e sugli americani Lovecraft Studies.

Fra i volumi tradotti e curati, i ritrovati racconti lovecraftiani de L'albero sulla collina (Solfanelli, 1988), le antologie di saggi Vita privata di H.P. Lovecraft (Reverdito, 1987) e Lovecraftiana (Yorick, 1995); l’antologia narrativa sui vampiri Il sangue e la rosa (Reverdito, 1988); le versioni italiane del romanzo The Hill of Dreams di Arthur Machen (La collina dei sogni, Reverdito, 1988) e delle storie di Lord Dunsany in The Book of Wonder (Il libro delle meraviglie, Reverdito, 1989).

Da ricordare le fondamentali traduzioni di Lovecraft per le edizioni Oscar Modadori, quindi il The Commonplace Book (Diario di un incubo. Taccuini 1919-1935, Mondadori, 1994), Il libro dei Gatti (Il Cerchio, 1996) e la saggistica per SugarCo (In difesa di Dagon e altri saggi sul fantastico, 1994) e per la citata Castelvecchi (Teoria dell'Orrore. Tutti gli studi critici, 2001). E ancora l’opera su Arthur Conan Doyle nelle raccolte L'anello di Toth (Fanucci, 1986), Il Capitano della Stella Polare (Solfanelli, 1986) e Il vampiro del Sussex (Fanucci, 1990).

Riferimenti bibliografici in rete:
Indice cronologico come autore sul Catalogo Sf, Fantasy e Horror in Italia
Indice cronologico come traduttore sul Catalogo Sf, Fantasy e Horror in Italia
Scheda personale nel Prontuario narratori FS italiani su IntercoM
Ricerca in Science Fiction Station: Enciclopedia su IntercoM


La foto (Trieste, 1989) è di Giancarlo Pellegrin tratta dal Museo Fotografico della Fantascienza Italiana.

Andrea Bonazzi

sabato 23 ottobre 2010

Robert W. Chambers e Jean Ray per Edizioni Hypnos

Come pubblicazione senza fini di lucro, dal 2007 Hypnos propone inediti narrativi di autori fantastici e weird horror, autentici classici e scrittori fra i più affermati in tale ambito, eppure del tutto trascurati o ancora scarsamente noti nel nostro paese; il tutto, inoltre, accompagnato da ottimi interventi critici e bio-bibliografici a puntuale supporto di ben curate traduzioni.

Dalla rivista periodica al grande passo editoriale, le Edizioni Hypnos propongono ora una propria collana libraria, minimalista in veste grafica quanto concreta per i contenuti nel proseguire sulla medesima linea di passione e impegno, con i due primi volumi della collana “Biblioteca dell’Immaginario” dedicati a Robert William Chambers e Jean Ray, a seguito introdotti.

Informazioni e richieste presso il sito ufficiale www.hypnosweb.com.


Il Re in Giallo e altri racconti. Tutti i racconti fantastici Vol. 1, 2010, copertinaCurato da Giuseppe Lippi e Andrea Vaccaro, Il Re in Giallo e altri racconti. Tutti i racconti fantastici. Vol. 1 è il primo volume di una serie che presenterà integralmente tutti i racconti fantastici di Robert W. Chambers (1865-1933), noto ai lettori soprattutto per la serie di storie del suo Il re in giallo, pseudobiblium che contribuì a ispirare il Necronomicon di H.P. Lovecraft.

Nel libro sono inclusi i dieci racconti de Il re in giallo (The King in Yellow, 1895), più le due novelle comprese nella successiva raccolta The Maker of Moons (1896): lo stesso “Il fabbricante di lune”, in una nuova traduzione, e “Una piacevole serata” (A Plesant Evening), finora inedito in Italia. Il volume si arricchisce di un’approfondita presentazione e introduzione a Chambers e la sua opera, “Maschere di fin-de-siècle”, a firma di Giuseppe Lippi, oltre a un’illustrazione originale di Ivo Torello.

Il Re in Giallo e altri racconti. Tutti i racconti fantastici. Vol. 1
Rober W. Chambers
Biblioteca dell’Immaginario n. 1, Edizioni Hypnos, 2010
brossura, 440 pagine, €24.90
ISBN 9788896952009


Il Gran Notturno. Racconti neri e fantastici Vol. 1, 2010, copertinaA cura di Francesco Lato, Il Gran Notturno. Racconti neri e fantastici. Vol. 1 rappresenta la prima di due raccolte di racconti – per la maggior parte inediti – di Jean Ray (1887-1964), uno dei più grandi interpreti del fantastico e del macabro. Realizzato in collaborazione con l’Amicale Jean Ray, l’associazione internazionale dedicata allo scrittore belga, a suo tempo apparso in inglese su Weird Tales con lo pseudonimo di John Flanders, il volume presenta una illustrazione originale di Davide Bonadonna.

I racconti di Ray si ambientano in cittadine della mitteleuropa, soprattutto il Belgio della natia Gand e dintorni, e su questo substrato si dipanano le più incredibili storie: navi che viaggiano in altre dimensioni, vicoli che appaiono e scompaiono, cimiteri dotati di vita propria, amici d’infanzia che si rivelano demoni, famiglie soprannaturali e altro ancora. Questo primo volume dedicato alle sue storie nere e fantastiche, comprende “Il Gran Notturno”, “Drummer-Hinger”, “Gli occhi di Mathilda Smith”, “L’orrore di Shoreham”, “Cochrane e Jones”, “Denti d’oro”, “Scritto nel vento”, “La candela della vigilia”, “Il diavolo di cera”, “Naufragio”, “La maledizione” e “Storchhaus o la casa delle cicogne”.

Il Gran Notturno. Racconti neri e fantastici. Vol. 1
Jean Ray
Biblioteca dell’Immaginario n. 2, Edizioni Hypnos, 2010
brossura, 284 pagine, €21.90
ISBN 9788896952016

Andrea Bonazzi

mercoledì 1 settembre 2010

Da M.R. James a Lord Dunsany: intervista con Giuseppe Lo Biondo della Count Magnus Press

Gli Dèi di Pegàna, 2010, copertinaLa nascita di un’altra piccola realtà editoriale di casa nostra legata al fantastico di stampo classico, la Count Magnus Press, palesa una ripresa di interesse verso un genere che purtroppo, da parecchi anni a questa parte, è stato alquanto bistrattato in Italia, ed è chiaro segno del movimento vitale che si sta sviluppando nel sottobosco dell’editoria amatoriale che vive (anche se di certo non prospera) ai margini di quella ufficiale nazionale. Un evento del genere non poteva passare inosservato dalle parti di Weirdletter, e dopo aver recensito il primo titolo uscito, l’inedito romanzo Le Cinque Ampolle di M.R. James, abbiamo contattato Giuseppe Lo Biondo, il deus ex machina dietro il marchio di Count Magnus Press, il quale ha accettato di rispondere a qualche nostra domanda. Ne è scaturita questa piccola intervista, che vi proponiamo.

Pietro Guarriello: In un panorama asfittico com’è quello italiano relativo al fantastico, la pubblicazione di un inedito di M.R. James può considerarsi un piccolo evento. Come hai deciso di tradurlo?

Giuseppe Lo Biondo: La mia risposta è un po’ nella domanda. Come tanti (... bé, forse pochi-ma-buoni) comincio a sentire la mancanza, sul mercato italiano, di alcuni libri che forse non meritano di essere dimenticati. The Five Jars sicuramente non raggiunge le vette della letteratura fantastica (nonostante una contemporanea di James lo paragonasse ad Alice in Wonderland) ma M.R. James, come autore, non merita certamente di avere una bibliografia in italiano incompleta (almeno per le opere di narrativa). Certamente questa semplice constatazione non è molto, e non è abbastanza per giustificare i motivi che mi hanno portato a curare io stesso un’edizione italiana di un simile libro. Di sicuro non sono un professionista, e la spinta principale è venuta dalla mia passione per la letteratura fantastica, ma il momento in cui questa idea si è concretizzata è stato quello in cui ho iniziato (per la verità di recente) a curiosare nel mondo dei cultori del fantastico in Italia. Prima la rivista Hypnos e alcuni editori specializzati, poi la Dagon Press, della quale ho avuto modo di apprezzare l’ottima edizione dei racconti di Carl Jacobi raccolti in Rivelazioni in Nero.
Queste realtà, in definitiva, mi hanno dato la spinta e la convinzione che la passione possa sopperire laddove altri interessi (banalmente economici) dirottano le scelte dei maggiori editori.
Per la parte “tecnica”, posso dire che la traduzione è stata fatta sulla base del testo dell’edizione del 1922, che ho cercato di riprodurre anche per l’impaginazione e la grafica. Il tono del racconto a volte è poco confidenziale, ma mi è sembrato di leggere una certa compostezza di sentimenti anche sull’originale, e ho cercato di restare aderente a questo tono.

P.G.: È stato immediato pensare all’autoproduzione, o prima hai provato a bussare alla porta di qualche editore professionale?

G.L.B.: Sì, come ho detto, il progetto è nato da una mia passione; è stata quindi una scelta, dovuta semplicemente al fatto che mi è venuto d’istinto provare a fare il curatore e l’editore. Certamente, poter contare su di un editore professionale sarebbe stato d’aiuto, così come avere una consulenza linguistica, dato che l’inglese di quasi un secolo fa ha le sue peculiarità; ma in fondo è stato anche più divertente così.

P.G.: La scelta di Lulu.com quale editore PoD è stata casuale, o da te voluta? Qual è la tua esperienza con la realtà del print-on-demand?

G.L.B.: Sinceramente non ho molta esperienza in fatto di print-on-demand. La mia scelta è stata indirizzata su Lulu.com da varie discussioni sul web e da una comparazione minima delle caratteristiche dei vari PoD. Alla fine sono stato indirizzato su Lulu.com per le indicazioni sulla qualità (carta, rilegatura, inchiostri) e devo dire che i libri sono di buona fattura, anche superiore a certi prodotti della distribuzione ordinaria. Unico inghippo, le spese di spedizione: effettivamente, essendo i libri stampati all’estero, sono un po’ care se si vuole una consegna rapida, altrimenti si aspetta. Inoltre, devo constatare che è opinione diffusa il fatto che pubblicare su PoD implichi un prodotto di scarsa qualità. Non nego che la frenesia del cosiddetto “Web 2.0” stia diffondendo una sempre più snervante mediocrità (che del resto è quella del mondo “reale”), a causa della quale è difficile trovare quello che di buono prende corpo attraverso Internet. Spero di non contribuire troppo al caos.

Lord Dunsany, fotoP.G.: Ora è appena uscito, sempre per i tipi di Lulu.com, un altro libro da te curato e tradotto, Gli Dèi di Pegàna di Lord Dunsany, un altro grande classico sempre assente in Italia (a parte qualche estratto) e da lungo tempo atteso. Noi di Weirdletter lo recensiremo prossimamente. Intanto, ci puoi dire quali sono le caratteristiche di questo scrittore, e di questo libro in particolare, che ti hanno spinto a decidere di curarne un’edizione?

G.L.B.: Lord Dunsany fa parte di quel genere di scrittori che pochi conoscono, ma che tanto hanno dato alla letteratura fantastica. In tanti si sono ispiratati a quello che ha scritto, ma spesso non gli viene dato il giusto peso, se non nei contesti specialistici. Basti dire che da lui sono stati ispirati H.P. Lovecraft, J.R.R. Tolkien, C. A. Smith. The Gods of Pegāna è veramente un libro fondamentale e il fatto che sia stato per tanto tempo ignorato dagli editori italiani è cosa triste. Sicuramente la prosa di Dunsany, in questo libro (volutamente) arcaica e quasi biblica, può risultare d’intoppo al “commercio”. Pegāna è una sorta di cosmogonia letteraria, un “genere” che prima non esisteva, se non con intenti principalmente filosofici, e che il Lord irlandese ha concepito in un ambito artistico-letterario. Rimando all’anteprima del libro su Lulu.com per una Nota al testo nella quale, con molta modestia, cerco di contestualizzare un minimo il libro, fornendo qualche indicazione.

P.G.: Hai messo a disposizione queste tue traduzioni in una vetrina Internet, però soltanto in versione cartacea. Se ne desume che tu sia un appassionato della carta stampata; qual è il tuo pensiero riguardo ai libri in versione elettronica? Pensi che gli eBook soppianteranno un giorno il libro tradizionale?

G.L.B.: Credo che il mezzo e i modi facciano parte dell’esperienza della lettura, quantomeno della mia. Nella mia esperienza di (meta)lettore c’è sempre l’istinto del bibliofilo: c’è la ricerca di qualcosa di “curioso”, c’è il libro come oggetto, la ricerca di una vecchia edizione, sapere che in fondo è per pochi cultori, scoprire delle note a margine, degli ex-libris originali... Certo questo lega bene con il tipo di narrativa che prediligo. Eppure devo dire che non disdegno i formati elettronici, principalmente per usi di ricerca e studio, meno per diletto. Non voglio però sminuire l’esperienza del libro digitale che ha comunque vari vantaggi, primo tra tutti il realizzarsi, attraverso la rete, di una vertiginosa iperconnettività dei testi, di qualcosa che sempre più tende a una inconcepibile e proteiforme “Biblioteca di Babele”. Comunque, Le Cinque Ampolle non è su Lulu.com solo per motivi tecnici (non mi convince molto il modello DRM di Adobe e costa troppo, sto cercando di capire quali alternative ci sono). Il libro intanto è disponibile in semplice formato PDF su payloadz.com. Suppongo, comunque, che i lettori di M. R. James lo vogliano avere da riporre su uno scaffale; personalmente continuo a pensare che un Ebook tolga un po’ di piacere alla lettura, ma questa è solo una mia idea.

P.G.: Cosa ne pensi dello stato della letteratura fantastica in Italia e, in generale, chi sono i tuoi autori preferiti?

Giuseppe Lo Biondo, fotoG.L.B.: Penso di non allontanarmi troppo dal vero, affermando che la letteratura fantastica in Italia abbia sempre trovato molti ostacoli ad acquisire, presso critici e letterati, la dignità e la portata che ha avuto in altri paesi. Mi pare, tuttavia, pur non avendo abbastanza prospettiva per un’analisi precisa, che oggi le cose stiano cambiando in meglio. Il fatto che libri di scrittori come Buzzati e Calvino siano ormai ampiamente accessibili al consumo di massa, è probabilmente sintomatico della presa coscienza di una tradizione italiana del fantastico. Accanto a questi maestri, nuovi autori si affermano e autori meno recenti vengono riscoperti, ed è sempre meno sentita (anche se probabilmente è ancora forte) la necessità di rifarsi a modelli esteri. Con questo non voglio dire che sia auspicabile o necessario avere un “genere” fantastico strettamente italiano: il fantastico ha da sempre valicato con facilità i confini nazionali, essendo per natura incentrato sulle paure e sui desideri dell’uomo. Voglio però constatare che in Italia abbiamo ormai iniziato, da qualche tempo, non solo a produrre con cognizione (e non come un incidente di percorso) letteratura fantastica, ma anche a smetterla di associare automaticamente e con supponenza il fantastico a tanta letteratura “popolare”, che pure nei canoni del fantastico ha trovato ampia diffusione.
Ultimamente editrici come la Gargoyle Books e tanti piccoli editori stanno includendo nelle loro collane dei classici inediti in Italia. Noto, inoltre, una nuova sensibilità nelle proposte editoriali che riguardano il fantastico, vicina a quella degli anni 60-70. Le edizioni sono sempre più curate e importanti e, dopo lo sdoganamento del “fantastico alle masse” degli anni 90 (forse necessario?), il genere riacquista importanza.
Personalmente, penso di essere anch’io una vittima della sofferta eredità fantastica italiana e un mio limite è quello di non interessarmi più di tanto ai nuovi autori (chiedo venia). Gli autori che prediligo sono M.R. James, H.P. Lovecraft, A. Machen, A. Blackwood, Jean Ray, Buzzati, Calvino... Ma la lista si allungherebbe troppo e sospetto che non sia molto interessate.

P.G.: Per finire, dopo M.R. James e Lord Dunsany, hai intenzione di portare in Italia altri classici della letteratura weird e fantastica? Ci puoi dare magari qualche anticipazione?

G.L.B.: Mi piacerebbe vedere in Italia i grandi classici del fantastico anglosassone che ruotano idealmente intorno a M.R. James (la scelta del nome della casa editrice non è stata certo casuale). Su alcuni libri, la coltre di polvere e ragnatele è molto più spessa e difficile da sollevare che nel caso di James e Dunsany. Diciamo che, da non professionista, il mio limite è quello delle opere i cui diritti d’autore sono estinti, ma non manca certo materiale. Al momento sto lavorando a uno di quei libri di ghost stories che circolavano al tempo di M.R. James. Non dico altro per scaramanzia (…non che ci creda, ma perché rischiare?) e perché temo che il progetto sia un po’ troppo ambizioso. Vedremo.

P.G.: È tutto. Grazie per la tua disponibilità!

G.L.B.: Grazie a te per l’opportunità e un saluto a tutti!

Informazioni presso la pagina web di Count Magnus Press.
Distribuzione: Count Magnus Press Store su Lulu.com.

Pietro Guarriello

venerdì 9 luglio 2010

Piccoli mostri crescono. Nero, fantastico e bizzarrie varie nella prima annata de La Domenica del Corriere (1899)

Fabrizio Foni, Piccoli mostri crescono, Perdisa 2010
Saltata a piè pari certa fase del romanticismo letterario, e con una diffidenza intellettuale da allora endemica per tutto quel che il realismo sociale non comprende, sul finire dello scorso secolo quasi ci eravamo convinti che senza una vera “cultura italiana del fantastico” non fosse nemmeno mai esistita una letteratura popolare di tal genere, nel periodo pre-bellico, lontanamente paragonabile ai temi fantastici diffusi sulle riviste straniere ancor prima dell’epoca dei pulp.

In realtà, bastava rovistare attentamente fra collezioni e biblioteche... Una prima esplorazione in questo “buco” della memoria nazionale si è avuta nel 2001 con Le aeronavi dei Savoia, Protofantascienza italiana 1891-1952 (Ed. Nord), antologia di racconti a cura di Gianfranco de Turris e Claudio Gallo, continuando proprio con l’opera di Fabrizio Foni in un saggio fondamentale per la riscoperta di questo filone “sotterraneo”, Alla fiera dei mostri. Racconti pulp, orrori e arcane fantasticherie nelle riviste italiane 1899-1932 (Tunué, 2007), e in raccolte come Il gran ballo dei tavolini. Sette racconti fantastici da «La Domenica del Corriere» (Nerosubianco, 2008) e Ottocento nero italiano. Narrativa fantastica e crudele (Aragno, 2009), quest’ultimo insieme, ancora, a Claudio Gallo.

Ricerca che Foni prosegue instancabilmente in questo Piccoli mostri crescono. Nero, fantastico e bizzarrie varie nella prima annata de «La Domenica del Corriere» (1899), di recente uscita presso il Gruppo Perdisa Editore, scavando fra le pagine agli esordi dello storico settimanale del Corriere della sera alla ricerca del meraviglioso, dell'elemento misterioso, il perturbante e il macabro, fra speculazione scientifica e sensazionalismo senza freni sino a sfociare, appunto, nel fantastico.

La Domenica del Corriere, 19 febbraio 1899Nelle prime uscite del periodico, così influente per l’immaginario comune come per lo sviluppo editoriale del Paese intero, trova spazio un tipo d’informazione non più tanto divulgativa quanto apertamente popolare, catturando la fantasia del lettore insieme alla sua curiosità per la notizia esotica oppure straordinaria, con le aspettative e i meccanismi medesimi del romanzo d’avventura e il gotico. Avvistamenti di creature incredibili e mostruose, telepatia e spiritismo, fenomeni naturali o dell'occulto, enigmi del cosmo, crimini efferati e storie di cannibali, di scienziati pazzi e cerimonie arcane si alternano così fra i resoconti di cronaca, stabilendo il successo di una formula destinata a durare per decenni.

Corredato di un’ampia iconografia, con le classiche copertine illustrate di Achille Beltrame (1871-1945), l’accuratissimo apparato critico non appesantisce una lettura disimpegnata del volume, consentendo tuttavia di approfondire in nota gli argomenti con tutto lo spessore di un saggio accademico.

Ricercatore di Italianistica, Fabrizio Foni (1980) insegna presso l’Università di Liegi e collabora con l’Università di Trieste. La sua tesi di Dottorato ha vinto la sesta edizione del premio Lama e trama. Fra le sue altre pubblicazioni, con Luciano Curreri ha curato Un po’ prima della fine? Ultimi romanzi di Salgari tra novità e ripetizione (Sossella, 2009).

Pagina dedicata sul sito web dell’editore

Piccoli mostri crescono
Nero, fantastico e bizzarrie varie nella prima annata de «La Domenica del Corriere» (1899)
Fabrizio Foni
collana Walkietalkie, Perdisa Pop, 2010
brossura, illustrato, 256 pagine, €16.00
ISBN 9788883724909

Andrea Bonazzi

martedì 6 luglio 2010

Requiescat Epix

Epix 12 I miti di Lovecraft, 2010Era un tipico “segreto all’italiana”, tanto che se ne chiedevano lumi nei commenti sul blog di Urania già all’uscita dell’ultimo numero 15. Ultimo davvero, come finalmente ci si decide a confermare sullo stesso blog con un annuncio ufficiale, rimandato all’estremo sino al più quieto periodo estivo e, soprattutto, all’evidenza che un Epix di luglio tra le varie uscite Mondadori non c’è affatto.

Urania Epix chiude dopo appena un anno, riportando con sé nel limbo ogni opportunità di trovare in edicola qualcosa che si avvicini, almeno lontanamente, all’horror. Portandosi appresso qualche classico fantasy, almeno un guizzo di orrifica vitalità italiana, diverse scelte non esattamente entusiasmanti e pure ogni residua occasione, per quanto vagamente prospettata, di veder completare un’antologia proposta solamente al trancio: I miti di Lovecraft (Tales of the Lovecraft Mythos, 1992) di Robert M. Price, priva dell’introduzione e di sette racconti su venti.

“La decisione di rinunciare a questo marchio è di natura prettamente editoriale,” scrive Sergio Altieri su Urania Blog, aggiungendo che la classica collana di Urania pubblicherà ancora fantasy e horror, integrandoli fra le proprie uscite “opportunamente indicati in copertina”.

Il comunicato del direttore editoriale Sergio Altieri sul blog di Urania.
I titoli della collana Epix su Wikipedia.

Andrea Bonazzi