“4. Piombo (Plumb), di George Bacovia. Poemi da un’arretrata città romena in cui la stagione è o autunno o inverno, il tempo del giorno è il crepuscolo, l’atmosfera densa di melanconia o d’ansia, i parchi e le vie sono deserti, stanze claustrofobiche si affacciano su mattatoi e cimiteri, e sempre c’è da seguire un funerale. Qualche titlolo: «Vespro autunnale,» «Vespro invernale,» «Vespro violetto,» «Nero,» «Grigio» e «Vespro antico»”.
A firmare questa laconica descrizione è lo scrittore americano Thomas Ligotti, nell’elencare la raccolta dei versi di Bacovia fra i dieci classici della poesia macabra e orrifica di sempre secondo una propria “classifica” personale, “Thomas Ligotti’s Ten Classics of Horror Poetry”, appositamente compilata per l’omnibus tematico The Book of Lists: Horror (Harper Paperbacks, 2008). Un omaggio forse persino imbarazzante per certa “accademia” provenendo dal mondo della letteratura di genere; segno tuttavia di quanto l’opera del poeta simbolista romeno, immaginifica e cupa, risulti attuale e incisiva anche attraverso la propria diffusione in lingua inglese.
George Andone Vasiliu, tale il vero nome di George Bacovia, nasce nel 1881 a Bacău nell’est della Romania. Laureato in legge senza mai esercitare la professione di avvocato, vive come impiegato e talvolta insegnante di calligrafia e disegno, trascorrendo gran parte della propria esistenza a Bucarest sino alla morte nel 1957. Del 1916 il suo primo volume Piombo (Plumb), seguito da cinque altre raccolte: Scântei galbene [letteralmente, “Faville gialle”] nel 1926; Cu voi [“Con voi”] nel ’30; Comedii în fond [“Commedie in fondo”] nel ’36; Stanţe burgheze [“Stanze borghesi”] nel ’46 e Poezii [“Poesie”] infine nel 1956.
Presto influenzato dai simbolisti francesi, nell’aura dei “poeti maledetti” da Poe a Baudelaire, Verlaine e Maurice Rollinat, i suoi versi brevi, concisi e frammentati tra sospensioni e stacchi, incidono paesaggi crepuscolari di desolazione; dipingono malinconie, solitudini e angosce sulle tavole cromatiche del nero e grigio, con rari tocchi di colore come a più tragico, netto contrappunto. Non filtra luminosità né calore in questa realtà funerea, erosa da un’entropia senza speranze, opprimente come una prospettiva di carceri piranesiane da cui nemmeno il pensiero della morte lascia evadere.
Qui da noi ancora scarsamente conosciuto, soltanto alcune fra le poesie di Bacovia erano sinora tradotte e diffuse in sparse antologie di romenistica, mentre un’edizione bilingue di Piombo era apparsa più di trent’anni fa come Plumb / Piombo, data alle stampe in Romania con versione italiana di Mariano Baffi (Minerva, Bucarest 1976) e ormai introvabile al di fuori delle biblioteche. Scarsa se non assente perfino in Internet ogni presenza e documentazione in proposito, nella nostra lingua, salvo rari interventi come quelli di Flavio Pettinari sulle proprie pagine web, e Ian Delacroix per Il Cancello.
Nell’ottobre del 2008, per la prima volta in Italia un’antologia interamente dedicata a George Bacovia giungeva finalmente dalla piccola editrice romana Fermenti.
Piombo. Versi / Plumb. Versuri è un volumetto di centoventi pagine che affianca i testi in lingua originale a quelli in italiano, con oltre un’ottantina di versi scelti dall’opera complessiva del poeta – non solamente, quindi, dal suo libro d’esordio, come il titolo avrebbe potuto suggerire. Pubblicata con il contributo della Fondazione Marino Piazzolla, la raccolta viene curata e tradotta dall’italianista romeno Geo Vasile che pure ne firma il saggio introduttivo.
“Questa parsimoniosa selezione dall’opera del più attuale tra gli interbellici romeni, cioè George Bacovia (1881-1957) si rivolge prima di tutto al lettore italofono, meno interessato dei dettagli storico-letterari, curioso piuttosto di capire il messaggio poetico e profetico di una sincopata ma longeva parabola moderna al cospetto della postmodernità, romena ed insieme europea. La selezione offerta dal sottoscritto non ebbe modo di evitare un certo soggettivismo del lettore, nonché del traduttore, anche se sempre attento al valore estetico del testo, alla sua forza di rappresentare pars pro toto il Bacovia delle tappe percorse a partire dal volume Piombo (1916) fino a Stanze borghesi (1946), ma anche il poeta della partitura unica, chiaroveggente, di grande impatto per la poesia romena tanto negli ultimi tre decenni del ventesimo secolo, che adesso, a 50 anni dalla sua morte”.
L’introduzione, di cui sopra si riportava l’incipit, prosegue rendendosi forse più sonoramente specialistica in tono di quanto un primissimo approccio italiano all’autore avrebbe richiesto, perlomeno presso il medio lettore “curioso” cui tendeva inizialmente a rivolgersi, affidando alla seguente cronologia bio-bibliografica ogni principale elemento informativo circa la vita e le attività del poeta.
Puntuali le traduzioni, nel rispetto del ritmo come finanche della rima; persino meticolose all’eccesso nel ricercare una corrispondenza di termini che, per quanto tecnicamente esatta, suona a volte meno felice di altre scelte possibili, nell’italiano, tradendo magari la lettera in favore del senso. Mancano poi precisi riferimenti a data e provenienza di ogni singolo titolo, ben che forse non indispensabili in contesto divulgativo, né viene segnalato il caso di proposta non integrale del componimento.
A seguito un esempio significativo dai versi di George Bacovia, quasi a visione di un ultimo, definitivo “confrontarsi col nulla.” Si tratta della parte I della poesia Sic transit, tratta dal volume sempre nella versione di Geo Vasile.
Attesa e necessaria iniziativa editoriale, l’uscita segna anche nel nostro paese, in endemico ritardo, il punto d’inizio per una diffusione più ampia e un migliore apprezzamento della poetica bacoviana. Certo di enorme interesse, per tematica, visione e approccio se non altro, pure nell’ambito letterario gotico e fantastico.
Piombo. Versi / Plumb. Versuri
George Bacovia
Collana Nuovi Fermenti/Letteratura internazionale, Fermenti Editrice, 2008
brossura, 120 pagine, €10.00
ISBN 9788889934555
A firmare questa laconica descrizione è lo scrittore americano Thomas Ligotti, nell’elencare la raccolta dei versi di Bacovia fra i dieci classici della poesia macabra e orrifica di sempre secondo una propria “classifica” personale, “Thomas Ligotti’s Ten Classics of Horror Poetry”, appositamente compilata per l’omnibus tematico The Book of Lists: Horror (Harper Paperbacks, 2008). Un omaggio forse persino imbarazzante per certa “accademia” provenendo dal mondo della letteratura di genere; segno tuttavia di quanto l’opera del poeta simbolista romeno, immaginifica e cupa, risulti attuale e incisiva anche attraverso la propria diffusione in lingua inglese.
George Andone Vasiliu, tale il vero nome di George Bacovia, nasce nel 1881 a Bacău nell’est della Romania. Laureato in legge senza mai esercitare la professione di avvocato, vive come impiegato e talvolta insegnante di calligrafia e disegno, trascorrendo gran parte della propria esistenza a Bucarest sino alla morte nel 1957. Del 1916 il suo primo volume Piombo (Plumb), seguito da cinque altre raccolte: Scântei galbene [letteralmente, “Faville gialle”] nel 1926; Cu voi [“Con voi”] nel ’30; Comedii în fond [“Commedie in fondo”] nel ’36; Stanţe burgheze [“Stanze borghesi”] nel ’46 e Poezii [“Poesie”] infine nel 1956.
Presto influenzato dai simbolisti francesi, nell’aura dei “poeti maledetti” da Poe a Baudelaire, Verlaine e Maurice Rollinat, i suoi versi brevi, concisi e frammentati tra sospensioni e stacchi, incidono paesaggi crepuscolari di desolazione; dipingono malinconie, solitudini e angosce sulle tavole cromatiche del nero e grigio, con rari tocchi di colore come a più tragico, netto contrappunto. Non filtra luminosità né calore in questa realtà funerea, erosa da un’entropia senza speranze, opprimente come una prospettiva di carceri piranesiane da cui nemmeno il pensiero della morte lascia evadere.
Qui da noi ancora scarsamente conosciuto, soltanto alcune fra le poesie di Bacovia erano sinora tradotte e diffuse in sparse antologie di romenistica, mentre un’edizione bilingue di Piombo era apparsa più di trent’anni fa come Plumb / Piombo, data alle stampe in Romania con versione italiana di Mariano Baffi (Minerva, Bucarest 1976) e ormai introvabile al di fuori delle biblioteche. Scarsa se non assente perfino in Internet ogni presenza e documentazione in proposito, nella nostra lingua, salvo rari interventi come quelli di Flavio Pettinari sulle proprie pagine web, e Ian Delacroix per Il Cancello.
Nell’ottobre del 2008, per la prima volta in Italia un’antologia interamente dedicata a George Bacovia giungeva finalmente dalla piccola editrice romana Fermenti.
Piombo. Versi / Plumb. Versuri è un volumetto di centoventi pagine che affianca i testi in lingua originale a quelli in italiano, con oltre un’ottantina di versi scelti dall’opera complessiva del poeta – non solamente, quindi, dal suo libro d’esordio, come il titolo avrebbe potuto suggerire. Pubblicata con il contributo della Fondazione Marino Piazzolla, la raccolta viene curata e tradotta dall’italianista romeno Geo Vasile che pure ne firma il saggio introduttivo.
“Questa parsimoniosa selezione dall’opera del più attuale tra gli interbellici romeni, cioè George Bacovia (1881-1957) si rivolge prima di tutto al lettore italofono, meno interessato dei dettagli storico-letterari, curioso piuttosto di capire il messaggio poetico e profetico di una sincopata ma longeva parabola moderna al cospetto della postmodernità, romena ed insieme europea. La selezione offerta dal sottoscritto non ebbe modo di evitare un certo soggettivismo del lettore, nonché del traduttore, anche se sempre attento al valore estetico del testo, alla sua forza di rappresentare pars pro toto il Bacovia delle tappe percorse a partire dal volume Piombo (1916) fino a Stanze borghesi (1946), ma anche il poeta della partitura unica, chiaroveggente, di grande impatto per la poesia romena tanto negli ultimi tre decenni del ventesimo secolo, che adesso, a 50 anni dalla sua morte”.
L’introduzione, di cui sopra si riportava l’incipit, prosegue rendendosi forse più sonoramente specialistica in tono di quanto un primissimo approccio italiano all’autore avrebbe richiesto, perlomeno presso il medio lettore “curioso” cui tendeva inizialmente a rivolgersi, affidando alla seguente cronologia bio-bibliografica ogni principale elemento informativo circa la vita e le attività del poeta.
Puntuali le traduzioni, nel rispetto del ritmo come finanche della rima; persino meticolose all’eccesso nel ricercare una corrispondenza di termini che, per quanto tecnicamente esatta, suona a volte meno felice di altre scelte possibili, nell’italiano, tradendo magari la lettera in favore del senso. Mancano poi precisi riferimenti a data e provenienza di ogni singolo titolo, ben che forse non indispensabili in contesto divulgativo, né viene segnalato il caso di proposta non integrale del componimento.
A seguito un esempio significativo dai versi di George Bacovia, quasi a visione di un ultimo, definitivo “confrontarsi col nulla.” Si tratta della parte I della poesia Sic transit, tratta dal volume sempre nella versione di Geo Vasile.
Attesa e necessaria iniziativa editoriale, l’uscita segna anche nel nostro paese, in endemico ritardo, il punto d’inizio per una diffusione più ampia e un migliore apprezzamento della poetica bacoviana. Certo di enorme interesse, per tematica, visione e approccio se non altro, pure nell’ambito letterario gotico e fantastico.
Piombo. Versi / Plumb. Versuri
George Bacovia
Collana Nuovi Fermenti/Letteratura internazionale, Fermenti Editrice, 2008
brossura, 120 pagine, €10.00
ISBN 9788889934555
Andrea Bonazzi
(pubblicato su In Tenebris Scriptus il 5/12/08)
(pubblicato su In Tenebris Scriptus il 5/12/08)
Segnalo per completezza alla bella recensione di Bonazzi che i versi di Bacovia sono stati tradotti in italiano già nel '96 da Marco Cugno, docente di lingua e letteratura romena presso l'Università degli studi di Torino, nel volume "Poesia Romena del Novecento", Ed. dell'Orso, Alessandria 1996, 510 pp.
RispondiEliminaLeonardo Ambasciano
Grazie Leonardo!
RispondiEliminaA tutti quelli che sono interessati alla poesia romena e soprattutto ad una poesia ricca di elementi fantastici, onirici e surreali, desidero segnalare un interessante volume di poesia contemporanea appena pubblicato: COMA di Ruxandra Cesereanu pubblicato dall'Aracne Editrice... di cui riporto qui alcuni versi:
RispondiElimina"Notte scarnificata, senza contatti corporali, / la camera precipita con tutti gli oggetti vivi. / La luna cresce dal muro come una tumefazione, / I gufi vi si posano per sonnecchiare. / Sul ponte passa un mendicante o un lupo verde scintillante. / Al crocicchio la vergine-pipistrello batte le ali fischiando. / La quiete nera dei fantasmi senza sangue / si sente fin nelle vene di una campana."
Spero questa segnalazione possa interessare.
Cordialmente
Veronica Ponti