“Una appassionante selezione dall’epistolario e dalle più recondite testimonianze: tutta la verità sui conti e le spese dal droghiere, i ricambi e la manutenzione di sartoria, il riciclo di ogni pezzo di carta e l’eterno dispendio in francobolli. In appendice, spesa e vicissitudini presso i negozi di New York per sostituire gli abiti rubati. Una vita al risparmio, fino all’ultimo cent!”
Imminente ristampa, a quanto pare, per un titolo fra i più alimentari e indispensabili nel sempre più ampio panorama della saggistica su H.P. Lovecraft.
Apparso nel 2007 per i bei tipi delle Edizioni Stiqaatsi, Le liste della spesa di H.P. Lovecraft non asseconda di certo alcuna speculazione commerciale sul nome dello scrittore americano, piuttosto esplorandone una delle poche aree trascurate – o mai sfruttate a dovere – dall’altrimenti documentatissima ricerca lovecraftiana. Uno dei meno sondati e pur non meno influenti aspetti nel quotidiano della sua bio-bibliografia: far quadrare i conti.
Informazioni sul volume presso la pagina dedicata nel canale web librario de La Tela Nera.
Le liste della spesa di H.P. Lovecraft
a cura di Andrea Bonazzi
collana Saggi, Edizioni Stiqaatsi, 2007
brossura, 120 pagine, €8.00
ISBN 9788889084038
Nota supplementare:
La data di pubblicazione del post non può davvero passare inosservata, e il titolo qui “presentato” è pure cosa vecchia. Pochi secondi di sospensione dell’incredulità sarebbero già un gran risultato… anche se, vi assicuro, qualcuno anni fa incluse questo libro fra le novità editoriali nell’articolo di un noto portale horror italiano, rimediando solo dietro mia rettifica.
“Qualunque cosa, purché ci sia Lovecraft in copertina”. Eppure, l’idea di arrivare a pubblicare persino i suoi conti del droghiere non sarebbe in fondo neanche troppo assurda. Volendo compilare un qualcosa del genere, il materiale nemmeno occorre inventarselo: basta andare a frugare tra le migliaia di pagine dell’epistolario.
In particolare, una sorta di “lista delle spesa” c’è davvero in una lettera del 20 dicembre 1936 scritta a Jonquil Stephens, la prima moglie di Fritz Leiber. Sia lei che il marito corrisposero con Howard Phillips Lovecraft nel corso dei suoi ultimi sei mesi di vita, e proprio Jonquil si dimostrò preoccupata per la salute del gentiluomo di Providence e l’estrema povertà della sua dieta.
La risposta di Lovecraft si trova nella parte centrale della lettera, tratta da Selected Letters vol. V, 1934-1937, Arkham House, 1976 (n. 912, pag. 379), ancora inedita in Italia:
“Parlando di questioni economico-industriali — mi lasci assicurarle che un programma dietetico da 2 o 3 dollari a settimana non implica nemmeno una particola di malnutrizione o sgradevolezza al palato, sempre che uno sappia che cosa prendere e dove procurarselo. Le scatolette e i delicatessen celano possibilità meravigliose! Porridge? Mehercule! Al contrario, i miei gusti reclamano i più piccanti e speziati ingredienti concepibili, e dessert che siano prossimi quanto possibile al 100% di C12H22O11. In effetti, di quest’ultimo articolo non ne consumo mai meno di quattro cucchiaini in una normale tazza di caffè. Pietanze preferite — spaghetti italiani, chili con carne, goulash ungherese (salvo quando posso avere carne bianca di tacchino in salsa piccante). Se questo è ascetismo, sfruttiamolo a pieno! Quanto agli elementi di spesa — per cominciare, mangio due volte sole al giorno per scelta… o piuttosto, per opportunità digestiva. Avevo adottato tale programma di due pasti molto prima di dover fare economia. Il resto è meramente questione di giudizio e lungi da una scelta di auto-privazione. Andiamo a investigare le razioni di una giornata tipica.
(a) Colazione (che io la mangi prima o dopo essermi ritirato, dipende se mi ritiro alle 2 a.m. o alle 9 a.m. o in qualche altra ora. Il mio programma di sonno e veglia è molto flessibile.)
(b) Cena (che ha luogo vagamente tra le 6 e le 9 o 10 p.m.)
( * oppure pasticcio di manzo in scatola Armour o fagioli pronti dal delic., o salsiccia di Francoforte Armour o spaghetti con polpette di carne Boiardi, o chop suey dal delicatessen o zuppa di verdure Campbell, etc., etc., etc. )
Talvolta, ovviamente, ci sono esorbitanti aggiunte — come frutta a colazione, o formaggio e torta a cena, oppure una barretta di cioccolato o un gelato fuori orario, o una pietanza di carne che costi più di 10 centesimi, o altri sibaritici lussi. Ma perfino le più luculliane indulgenze raramente toccano un settimanale di 3 dollari. E di questo il Vecchio ancora vive — in un discreto vigore e stato di salute! Abbastanza stranamente, ero un semi-invalido nei vecchi giorni quando non facevo economia. Porridge? Non per il Nonno!......”
A titolo di nota, facendo finta che già tutti lo sapessimo: “Mehercule!” è un’esclamazione volgare latina; con delicatessen s’intendono anche i cibi pronti del negozio; C12H22O11 è formula chimica dello zucchero e il chop suey è un piatto della cucina cinese americana. Il testo integrale della lettera si può leggere in lingua originale sulle pagine di NehwoN, sito web francese dedicato a Fritz Leiber.
Imminente ristampa, a quanto pare, per un titolo fra i più alimentari e indispensabili nel sempre più ampio panorama della saggistica su H.P. Lovecraft.
Apparso nel 2007 per i bei tipi delle Edizioni Stiqaatsi, Le liste della spesa di H.P. Lovecraft non asseconda di certo alcuna speculazione commerciale sul nome dello scrittore americano, piuttosto esplorandone una delle poche aree trascurate – o mai sfruttate a dovere – dall’altrimenti documentatissima ricerca lovecraftiana. Uno dei meno sondati e pur non meno influenti aspetti nel quotidiano della sua bio-bibliografia: far quadrare i conti.
Informazioni sul volume presso la pagina dedicata nel canale web librario de La Tela Nera.
Le liste della spesa di H.P. Lovecraft
a cura di Andrea Bonazzi
collana Saggi, Edizioni Stiqaatsi, 2007
brossura, 120 pagine, €8.00
ISBN 9788889084038
Nota supplementare:
La data di pubblicazione del post non può davvero passare inosservata, e il titolo qui “presentato” è pure cosa vecchia. Pochi secondi di sospensione dell’incredulità sarebbero già un gran risultato… anche se, vi assicuro, qualcuno anni fa incluse questo libro fra le novità editoriali nell’articolo di un noto portale horror italiano, rimediando solo dietro mia rettifica.
“Qualunque cosa, purché ci sia Lovecraft in copertina”. Eppure, l’idea di arrivare a pubblicare persino i suoi conti del droghiere non sarebbe in fondo neanche troppo assurda. Volendo compilare un qualcosa del genere, il materiale nemmeno occorre inventarselo: basta andare a frugare tra le migliaia di pagine dell’epistolario.
In particolare, una sorta di “lista delle spesa” c’è davvero in una lettera del 20 dicembre 1936 scritta a Jonquil Stephens, la prima moglie di Fritz Leiber. Sia lei che il marito corrisposero con Howard Phillips Lovecraft nel corso dei suoi ultimi sei mesi di vita, e proprio Jonquil si dimostrò preoccupata per la salute del gentiluomo di Providence e l’estrema povertà della sua dieta.
La risposta di Lovecraft si trova nella parte centrale della lettera, tratta da Selected Letters vol. V, 1934-1937, Arkham House, 1976 (n. 912, pag. 379), ancora inedita in Italia:
“Parlando di questioni economico-industriali — mi lasci assicurarle che un programma dietetico da 2 o 3 dollari a settimana non implica nemmeno una particola di malnutrizione o sgradevolezza al palato, sempre che uno sappia che cosa prendere e dove procurarselo. Le scatolette e i delicatessen celano possibilità meravigliose! Porridge? Mehercule! Al contrario, i miei gusti reclamano i più piccanti e speziati ingredienti concepibili, e dessert che siano prossimi quanto possibile al 100% di C12H22O11. In effetti, di quest’ultimo articolo non ne consumo mai meno di quattro cucchiaini in una normale tazza di caffè. Pietanze preferite — spaghetti italiani, chili con carne, goulash ungherese (salvo quando posso avere carne bianca di tacchino in salsa piccante). Se questo è ascetismo, sfruttiamolo a pieno! Quanto agli elementi di spesa — per cominciare, mangio due volte sole al giorno per scelta… o piuttosto, per opportunità digestiva. Avevo adottato tale programma di due pasti molto prima di dover fare economia. Il resto è meramente questione di giudizio e lungi da una scelta di auto-privazione. Andiamo a investigare le razioni di una giornata tipica.
(a) Colazione (che io la mangi prima o dopo essermi ritirato, dipende se mi ritiro alle 2 a.m. o alle 9 a.m. o in qualche altra ora. Il mio programma di sonno e veglia è molto flessibile.)
- Ciambella dello Weyhasset Pure Food Market . . . 0.015
- Formaggio York State Medium (per amor delle cifre tonde) . . . 0.060
- Caffé + latte condensato Challenge Brand + C12H22O11 . . . 0.025
- ___________________
- Totale Colazione . . . 0.100
(b) Cena (che ha luogo vagamente tra le 6 e le 9 o 10 p.m.)
- 1 scatoletta Rath di chili con carne * . . . 0.100
- 2 fette di pane Bon Bread . . . 0.025
- Caffè (con accessori come sopra) . . . 0.025
- Fetta di torta oppure quarto (od ottavo) di crostata . . . 0.050
- ___________________
- Totale Cena . . . 0.200
- ___________________
- Totale Complessivo per Giorno Intero . . . 0.30
- 7
- ___________________
- Totale Medio per Settimana . . . 2.10
( * oppure pasticcio di manzo in scatola Armour o fagioli pronti dal delic., o salsiccia di Francoforte Armour o spaghetti con polpette di carne Boiardi, o chop suey dal delicatessen o zuppa di verdure Campbell, etc., etc., etc. )
Talvolta, ovviamente, ci sono esorbitanti aggiunte — come frutta a colazione, o formaggio e torta a cena, oppure una barretta di cioccolato o un gelato fuori orario, o una pietanza di carne che costi più di 10 centesimi, o altri sibaritici lussi. Ma perfino le più luculliane indulgenze raramente toccano un settimanale di 3 dollari. E di questo il Vecchio ancora vive — in un discreto vigore e stato di salute! Abbastanza stranamente, ero un semi-invalido nei vecchi giorni quando non facevo economia. Porridge? Non per il Nonno!......”
A titolo di nota, facendo finta che già tutti lo sapessimo: “Mehercule!” è un’esclamazione volgare latina; con delicatessen s’intendono anche i cibi pronti del negozio; C12H22O11 è formula chimica dello zucchero e il chop suey è un piatto della cucina cinese americana. Il testo integrale della lettera si può leggere in lingua originale sulle pagine di NehwoN, sito web francese dedicato a Fritz Leiber.
Andrea Bonazzi
"Edizioni Stiqaatsi" :D :D :D
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