martedì 5 aprile 2011

Berlinde De Bruyckere, devianti sculture d’inquietudine

Berlinde De Bruyckere, Marthe, 2008
Berlinde De Bruyckere, In Doubt, 2007-2008
Berlinde De Bruyckere, Takman, 2008
Berlinde De Bruyckere, Romeu 'my deer' III, 2010
Berlinde De Bruyckere, Romeu, 2010, 2010
Berlinde De Bruyckere, Jelle Luipaard, 2004

Berlinde De Bruyckere vive e lavora a Gand, in Belgio, dove è nata nel 1964. Specialmente dall’ultimo decennio i suoi mezzi espressivi si affidano principalmente alla scultura, in opere composte dei più vari materiali – tessuti; crini e pelli equine; legni, resine e cere su strutture metalliche – spesso incarnate in distorte, mostruose mutazioni. Deformi figure animali o umane, agonizzanti in pose da pittura medievale, abbandonate a sé oppure confinate in teche da “camera delle meraviglie”, cieche e contorte aberrazioni ravvolte su sé stesse come in muto grido senza volto.

Lontani dall’illustrazione e dall’arte fantastica “di genere” finora proposti in questa sede, i suoi soggetti surreali abbracciano profondi temi d’inquietudine, alienazione, solitudini, non di rado fino alla rappresentazione di un fascinoso orrore: la vista terribile da cui lo sguardo tuttavia non si distoglie, come forse in un oscuro specchio nel quale riconoscersi trasfigurati. Il mostro, l’Outsider lovecraftiano, in fondo siamo noi.

Gallerie principali dell'artista: Hauser & Wirth Gallery; The Saatchi Gallery.

Andrea Bonazzi

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