sabato 31 dicembre 2011

Distinti saluti, Jack lo Squartatore

Distinti saluti, Jack lo Squartatore, 2011, copertinaQuando su una certa copertina uno sguardo distratto intravede associati i nomi di Robert, di Joe e di Jack, esso non può che soffermarsi avidamente. Una volta focalizzata l’attenzione su chi veramente essi siano l’acquisto diventa quasi obbligato.

Robert Bloch, l’indimenticato autore di Psycho e di innumerevoli racconti weird. Joe Lansdale, lo straordinario scrittore della serie di Hap & Leonard, de La notte del drive in e di tanti altri romanzi noir e horror che ormai hanno fatto epoca. E ovviamente il personaggio del caso, Jack... Jack lo Squartatore. Essi nello specifico si vanno ora ad associare in un opera del tutto particolare, una graphic novel preannunciantesi di auspicabile interesse che sarà oggetto della nostra breve recensione.

Ma ricostruiamo il filo della storia e cronistoria del racconto per gli ignari. Risale al 1943, infatti, la pubblicazione sulle pagine della leggendaria rivista Weird Tales del famoso racconto “Yours truly, Jack the Ripper”, nel quale lo scrittore riprende l’altrettanto leggendaria figura del primo serial killer documentato come tale dalla Storia, proseguendone le gesta in America e in un’epoca a lui contemporanea. La novella trasportava di peso il personaggio della cronaca nei territori del Soprannaturale ed ebbe notevolissimo successo, tanto da divenire una di quelle più note dello scrittore e ispiratrice di numerose versioni successive del personaggio.

Facciamo un balzo avanti di alcuni decenni e proprio il suddetto Joe Lansdale in collaborazione con il fratello John Lansdale – scrittore un po’ meno noto, ma comunque versato nel genere e suo compagno di diverse avventure fumettistiche – si dedica nel 2010 all’adattamento del testo per la letteratura disegnata. In esso i due - pur nella fedeltà al racconto di riferimento - introducono alcune variazioni e alcuni ulteriori ammodernamenti fra i quali spicca l’introduzione del personaggio di Jenny Davis, la quale - per citare le parole della postfazione al volume scritta per mano di Davide Morando - è una “reporter d’assalto, emancipata e piuttosto sboccata, decisa a prendere il controllo della situazione. Un character «lansdaleiano» puro, che ruba la scena ai due protagonisti originali dell’opera, Sir Guy Hollis e John Carmody, attualizzando il ritmo del racconto e rendendolo accessibile anche alle nuove generazioni, senza per questo tradire lo spirito dell’opera originale di Bloch”. E non è un caso perciò che - senza anticipare nulla - proprio in Jenny Davis si accentreranno i principali motivi di distinzione rispetto al modello, soprattutto per quello che riguarda la conclusione della vicenda.

Uscito per la IDW e pubblicato in Italia dalla GP Publishing nella collana Just Novels, il fumetto si avvale alla parte grafica dell’interpretazione del disegnatore Kevin Colden. Meno noto in Italia di suoi altri colleghi, Colden vanta comunque una carriera non priva di riconoscimenti, fra i quali spicca soprattutto la nomination agli Eisner Awards, gli Oscar americani del fumetto, e la vittoria dello Xeric Grant nel 2007 per la serie Fishtown. Nel presente adattamento Distinti saluti, Jack lo squartatore, il disegnatore opta per un segno secco, vibrante, caratterizzato dall’uso di un deciso bianco e nero espressionistico nella definizione di linee e volumi o - per essere più precisi - piuttosto da una tricromia di bianco, nero e grigio, nella quale abbondantissimo è l’uso di larghi retini per dare un effetto retrò all’opera e ove soprattutto estese pennellate di rosso incidono frequentemente il loro segno sulle pagine nei momenti essenziali del racconto (o in rapporto a dettagli cruciali dello stesso).

Distinti saluti, Jack lo Squartatore, tavolaNe consegue un disegno estremamente efficace che, seppure non privo di qualche rozzezza e incertezza anatomica - che purtroppo non pare a chi scrive una scelta stilistica del tutto voluta - riesce sostanzialmente a colpire nel centro del bersaglio, emozionando soprattutto grazie al suddetto espediente dei punti di colorazione rosso sangue. Un espediente se vogliamo non del tutto originale e abbastanza scontato in un fumetto horror, ma che complessivamente funziona molto bene.

Spiace dire che in questo caso pare, invece, complessivamente meno funzionante la componente scrittoria, ove gli elementi esoterici, l’aspetto investigativo, le necessarie parti di raccordo degli episodi, il coinvolgimento dei personaggi risultano scarsamente chiari e/o malamente amalgamati, soprattutto aggiungendovi il fatto che l’intento di base doveva essere proprio in larga parte quello di rendere più attuale e coinvolgente la storia. Per usare le parole dello stesso Bloch, infatti, la riflessione e lo spunto originale della narrazione intendeva indagare i motivi costitutivi connessi con l’esistenza del mito di Jack lo Squartatore, facendogli traguardare il “semplice” dato cronachistico dell’assassino storico e individuandone invece un’aura di fondo più maligna e arcana.

“Lo Squartatore rimane come simbolo di tutte le nostre paure: la paura di uno sconosciuto in una strada buia, la paura del prossimo, il cui aspetto esteriore può nascondere la bestia dentro, o anche la paura di un amico che pensiamo di conoscere; un amico che può diventare un demonio, una volta che la sua maschera si stacca e viene fuori il coltello”. (R. Bloch).

Ma, per quanto la scenggiatura della versione fumettistica sia anche brillante e tagliente e cerchi di articolare la trama originaria con lo scopo di soddisfare tale assunto, purtroppo spesso l’eccessiva brevità dello sviluppo della vicenda, le scarse spiegazioni nei momenti di raccordo, il ritmo non sempre straordinario non riescono del tutto a raggiungere il fine che era stato prefissato. La narrazione si mantiene pertanto piuttosto fredda e con esiti ben diversi rispetto a quello che avrebbe potuto essere. Probabilmente - se una spiegazione si deve dare ai difetti di un racconto comunque reso in maniera più che sufficiente e con qualche sprazzo di notevole valore - troppe mani e troppe menti si sono applicate all’oggetto senza che esse siano riuscite a ottenere la giusta quadratura. O, in altre parole, uno scrittore-mito di riferimento, due soggettisti/sceneggiatori, un disegnatore non sempre possono riuscire a trovare la giusta forma di collaborazione nella coesione e sintesi di un esito complessivo e globale delle rispettive intuizioni.

In conclusione, se siete dei fan di Bloch, se siete dei lansdaleiani duri e puri che non si fanno scappare nulla di questo scrittore, dei fanatici della letteratura del Soprannaturale o dei fumettofili sempre alla ricerca di disegni quantomeno interessanti, vale la pena senza dubbio che cerchiate questa graphic novel, poichè essa sarà comunque in grado di fornirvi degli spunti di appagamento. In caso contrario, forse può essere una lettura non indispensabile da procurarsi in prestito, da prendere presso le biblioteche del fumetto, da leggere collettivamente con amici vari, o da acquistare presso le bancarelle dell’usato. Attendete qualche tempo e poi cercatela. È vero che dieci Euro sono pochi e che si tratta di una cifra tutto sommato spendibile, ma per lettori occasionali o non ferratissimi di weird meglio comunque economizzare, investire in qualcos’altro e soprattutto - forse - evitare qualche piccola delusione.

Distinti saluti, Jack lo Squartatore
Dal racconto cult di Robert Bloch
Joe R. Lansdale, John L. Lansdale, Kevin Colden
GP Publishing, 2011
brossurato, 80 pagine, €10.00
ISBN 9788864685403

Umberto Sisia

4 commenti :

  1. Ragazzi, devo iniziare a preoccuparmi? Quando posterete qualcosa di nuovo? C'è gente che aspetta, sapete?

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  2. L'attività del blog è in pratica cessata a dicembre 2011.

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  3. Perchè?? Che è successo? Ragazzi non abbandonateci!

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