mercoledì 14 dicembre 2011

Storia dei licantropi

Storia dei licantropi, 2011, copertina“Ho ucciso cani e ho bevuto il loro sangue; ma le ragazzine hanno un sapore migliore, la loro carne è tenera e dolce, e il loro sangue pieno e caldo. Ho mangiato diverse vergini mentre ero a caccia insieme ai miei nove compagni. Io sono un Lupo Mannaro!”

Citato in quarta di copertina del volume, questo brano dagli atti del processo al giovane Jean Grenier – dichiaratosi lupo mannaro nella Bordeaux del 1603 – ricollega idealmente il mito con la cronaca, la superstizione con l’indagine patologica, la tradizione folklorica con la moderna fiction nell’ampio e comprensivo approccio scelto per il saggio di Luca Barbieri Storia dei licantropi, pubblicato per l’editrice Odoya con una prefazione di Valerio Evangelisti.

Dalla storia basilare della mutazione umana in forma di animale, sviluppatasi nelle diverse culture sparse per il globo, alle caratteristiche morfologiche e tradizionali dell’uomo lupo in Occidente, fra le regioni d’Italia e le nazioni del Vecchio Continente, per come considerato a livello popolare, dalla chiesa e dal nascente metodo scientifico, l’opera spazia in cinque vaste sezioni attraverso la finzione narrativa, cinematografica, ludica e mediatica che ha reso così celebre oggigiorno la figura del licantropo, icona horror seconda forse – nell’immaginario collettivo – soltanto alla pervasiva seduzione del vampiro.

E ancora trovano approfondimento temi meno usuali e non altrettanto eplorati nella saggistica del genere finora apparsa in italiano, dalle particolari storie del West americano a quelle altrettanto peculiari dei più lontani continenti – fra donne volpi, uomini giaguaro, genti canine e tigri umane – fino alle conclusioni suggestive e personali dell’autore.

“Dimenticate gli incubi di unghie e zanne immaginati da Hollywood,” esordisce la presentazione editoriale. “I licantropi sono esistiti ed esistono ancora, in altre e più interessanti forme: nelle evocazioni magiche degli sciamani intossicati dagli allucinogeni, nelle ossessioni di criminali che legano i propri istinti ai moti della luna, nelle deformità di sfortunati esseri umani colpiti da malattie devastanti. Quella del lupo mannaro, dunque, non è semplicemente una leggenda intrisa di sangue e paura, né una favola nera raccontata ai bambini per renderli più cauti e saggi. Ecco allora che, se un’eterogenea comunità di uomini-lupo davvero esiste, diventa necessario anche un manuale di istruzioni per coloro che di questa comunità sono appena diventati membri, intenzionalmente o in seguito a una casualità tragica e imprevista. Se invece si preferisce ritenerla una leggenda, questo libro rimane comunque uno strumento utile per scoprire qualcosa in più sui lupi mannari, oltre al fatto che mutano durante i pleniluni, amano la carne umana e temono l’argento”.

Uomo lupo in una incisione dal 'Liber Chronicarum' di Hartmann Schedel, 1493“Il libro affronta dapprima la loro storia nel mito e nel folklore delle principali civiltà umane,” prosegue il risvolto di copertina, “accompagnando il racconto con le narrazioni più moderne di letteratura, cinema e fumetto; si lancia poi in una cavalcata attraverso gli sconfinati territori della Frontiera americana, per finire con un’esplorazione di quelle «riserve animali» nelle quali sono racchiuse tutte le creature che non mutano in lupo ma in predatori altrettanto terribili”.

Esauriente e approfondito nella documentazione storica e nella ricerca, in particolar modo quella letteraria, il saggio trova tuttavia la scorrevolezza di una narrazione con l’ausilio d’una fitta iconografia di foto, locandine, riproduzioni d’epoca, frontespizi e illustrazioni in bianco e nero che si accompagnano per più di 300 pagine al testo.

“Povero lupo, ovvero il mostro plebeo” è il titolo dell’intervento introduttivo affidato a Evangelisti, il quale sottolinea gli aspetti malinconici, istintivamente terreni e quasi “proletari” di questa creatura leggendaria tanto più legata alla natura, sia umana che bestiale, rispetto a un elitario modello soprannaturale vampirico.

In appendice, oltre alle note, la “Bibliografia licantropia ragionata” e una lista degli essenziali film, cartoons, serial TV, giochi e fumetti in tema, per concludere con un indice dei nomi – sempre utilissimo in fase di consultazione.

Laureato in Giurisprudenza, Barbieri si divide tra il lavoro e le proprie attività di vignettista satirico, sceneggiatore di fumetti, saggista, articolista, editor e scrittore, premiato a Lucca Comics and Games 2008 e al Trofeo Rill 2009 in entrambi i casi per il miglior racconto fantastico inedito. Presso la stessa casa editrice è apparso nel 2010 il suo saggio Storia dei pistoleri.

Maggiori informazioni sulla pagina web ufficiale di Odoya.

Storia dei licantropi
Luca Barbieri
brossura, illustrato, 384 pagine €20.00
collana Odoya Library, Odoya, 2011
ISBN 9788862881241

Andrea Bonazzi

1 commento :

  1. E' un vademecum non solo ottimo ma anche accattivante.
    Alcune cose non le conoscevo affatto.
    Tuttavia, mi sarebbe piaciuto di più se Barbieri fosse andato più a fondo nell'esposizione di alcuni argomenti, che sembrano seplicemente copiati da altre fonti (tipo quell'articolo su WT di Pietro che pubblicaste qualche tempo fa).

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