Pubblicato negli Stati Uniti da Hippocampus Press, Weird Words: A Lovecraftian Lexicon è un singolare quanto utile lessico di genere compilato da Daniel Clore, scrittore e saggista ben noto fra gli appassionati, integrando le funzioni di un dizionario etimologico dei più inusuali termini ricorrenti nella narrativa weird a un’ampia raccolta di citazioni, collegate alla voce in esame per illustrarne l’evoluzione e l’uso dai classici elisabettiani fino ai pulp del primo XX secolo, o la contemporanea fantascienza.
Una guida tematica – oltre che un vocabolario – per la letteratura inglese dell’insolito e dello straordinario, attraverso titoli, stralci ed esempi significativi in testi e scrittori del fantastico tra i più vari nella recente evoluzione della lingua. Così, se pur bastano dodici righe a definire “Cyclopean”, in una ciclopica dozzina di pagine l’esposizione prosegue con decine di brani a seguirne l’utilizzo, dalla versione di John Dryden dell’Eneide fino al racconto “The Prodigy of Dreams” di Thomas Ligotti.
Da “Abaddon”, personificazione dell’idea della distruzione, sino alla terra favolosa di “Zemargad” passando per esotismi, latinismi, nomi e terminologie arcaiche, dal mito come la droga “Nephente” o dalla tradizione magica come il coltello cerimoniale “Arthame”... Migliaia di voci si alternano, in quasi seicento pagine, nel dare definizione alle parole “oscure” utilizzate nell’opera di autori fantastici quali Howard Phillips Lovecraft, preso a esempio emblematico fin dal sottotitolo.
Non solo in Italia, il linguaggio semplificato della comunicazione di massa sta facendo strage di parole, assottigliando un vocabolario comune ormai sempre più teledipendente e alienato da sfumature letterarie, tanto da compromettere la generale comprensione di un testo pubblicato soltanto pochi decenni prima. Dunque, se da una parte qui da noi si rendono “più facili e scorrevoli” le meno recenti versioni narrative – come si faceva un tempo soltanto con le riduzioni per ragazzi –, nei paesi di cultura anglosassone la situazione non è poi tanto diversa, quando persino quella che poco tempo fa era letteratura popolare richiede oggi note a margine per essere compresa.
Proprio nel fantastico, tale tendenza si fa ancora più evidente: gli arcaismi nei racconti horror di Lovecraft ed Edgar Allan Poe, la prosa complessa, poetica e sgargiante di Clark Ashton Smith, le allusioni mitologiche o persino esoteriche tipiche di certa fantasy e del weird, diventano una selva oscura per il lettore nutrito al massimo di bestsellers e instant-books.
Una rara illustrazione di Howard Wandrei rende preziosa la copertina del volume, un’anteprima del quale viene resa disponibile con le sedici pagine iniziali attraverso il servizio Look Inside! di Amazon.
Altre informazioni sul libro presso la pagina web dell’editore.
Weird Words: A Lovecraftian Lexicon
Dan Clore
Hippocampus Press, 2009
brossura, 576 pagine, $25.00
ISBN 9780982429648
Una guida tematica – oltre che un vocabolario – per la letteratura inglese dell’insolito e dello straordinario, attraverso titoli, stralci ed esempi significativi in testi e scrittori del fantastico tra i più vari nella recente evoluzione della lingua. Così, se pur bastano dodici righe a definire “Cyclopean”, in una ciclopica dozzina di pagine l’esposizione prosegue con decine di brani a seguirne l’utilizzo, dalla versione di John Dryden dell’Eneide fino al racconto “The Prodigy of Dreams” di Thomas Ligotti.
Da “Abaddon”, personificazione dell’idea della distruzione, sino alla terra favolosa di “Zemargad” passando per esotismi, latinismi, nomi e terminologie arcaiche, dal mito come la droga “Nephente” o dalla tradizione magica come il coltello cerimoniale “Arthame”... Migliaia di voci si alternano, in quasi seicento pagine, nel dare definizione alle parole “oscure” utilizzate nell’opera di autori fantastici quali Howard Phillips Lovecraft, preso a esempio emblematico fin dal sottotitolo.
Non solo in Italia, il linguaggio semplificato della comunicazione di massa sta facendo strage di parole, assottigliando un vocabolario comune ormai sempre più teledipendente e alienato da sfumature letterarie, tanto da compromettere la generale comprensione di un testo pubblicato soltanto pochi decenni prima. Dunque, se da una parte qui da noi si rendono “più facili e scorrevoli” le meno recenti versioni narrative – come si faceva un tempo soltanto con le riduzioni per ragazzi –, nei paesi di cultura anglosassone la situazione non è poi tanto diversa, quando persino quella che poco tempo fa era letteratura popolare richiede oggi note a margine per essere compresa.
Proprio nel fantastico, tale tendenza si fa ancora più evidente: gli arcaismi nei racconti horror di Lovecraft ed Edgar Allan Poe, la prosa complessa, poetica e sgargiante di Clark Ashton Smith, le allusioni mitologiche o persino esoteriche tipiche di certa fantasy e del weird, diventano una selva oscura per il lettore nutrito al massimo di bestsellers e instant-books.
Una rara illustrazione di Howard Wandrei rende preziosa la copertina del volume, un’anteprima del quale viene resa disponibile con le sedici pagine iniziali attraverso il servizio Look Inside! di Amazon.
Altre informazioni sul libro presso la pagina web dell’editore.
Weird Words: A Lovecraftian Lexicon
Dan Clore
Hippocampus Press, 2009
brossura, 576 pagine, $25.00
ISBN 9780982429648
Andrea Bonazzi
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