mercoledì 17 novembre 2010

La visione del mondo e il Weird Tale

“There is a weird power in a spoken word”
– Joseph Conrad –

La lingua è fatta di sfumature.
Spesso nella traduzione da una lingua a un’altra manca un’equivalenza totale fra i termini. Un esempio illustre per tutti: la Vulgata di San Girolamo (Versio Gallicana, 386-391 d.C., realizzata a partire dal testo greco della Esapla di Origene. In Is7,14 il termine ebraico ’almah, giovane donna, reso col greco parthènos, vergine, e tradotto da Girolamo con il latino virgo, diventando una prefigurazione della virginale nascita di Cristo; Sal15,10 [16,10 TM] shàhat, sepolcro, trasposto nel greco diafthoràn, e tradotto corruptionem in latino, preannunciando la risurrezione di Cristo). Con una svista ha creato due dogmi…

Peter Penzoldt, The Supernatural in Fiction, 1952, copertinaCome per il termine tedesco Sehnsucht, non abbiamo un equivalente italiano se non ricorrendo a una perifrasi, così per Weird non basterebbe un trattato.

Howard Phillips Lovecraft ha il merito di aver individuato – in The Supernatural Horror in Literature (1927) – la categoria letteraria del Weird Tales di cui è sicuramente il teorico più acuto, a differenza dei suoi successori che s’impegneranno tenacemente per ingenerare fraintendimenti e confusione… Uno su tutti, il critico Peter Penzoldt il quale in The Supernatural in Fiction (1952) afferma allegramente che

“Per semplicità useremo il termine Ghost Story anche per i Racconti del Soprannaturale che non si occupano solo di fantasmi e revenant. Questo si giustifica col fatto che la maggior parte dei Weird Tales sono di fatto ghost stories”.

Come dire che da oggi chiameremo tutte le catene montuose “Alpi”, tanto – di fatto – sono tutte montagne…
Così, come fa notare Sunand Tryambak Joshi, è abbastanza improprio ostinarsi a voler definire qualunque scritto successivo a Edgar Allan Poe “Romanzo Gotico”. Ed è completamente fuori strada chi, come David Punter, asserisce che

“[…] molti dei più noti maestri del sovrannaturale recente – Algernon Blackwood, Montague Rhodes James, H.P. Lovecraft – derivano le loro tecniche di suspence e il loro senso dell’arcaico direttamente dal Romanzo Gotico originale e che molti dei loro simboli cruciali sono propri di questi più antichi scrittori”.

E dire che oggi giorno pochi non conoscono Poe…

S.T. Joshi ha anche il merito di aver tentato di metter ordine tra le varie definizioni di genere. Sostiene infatti nel saggio The Weird Tale (1990) che

S.T. Joshi, The Weird Tale, 1990“Il recente lavoro in questo campo ha causato una irrimediabile confusione di termini tra Horror, Terrore, Sovrannaturale (nell’originale “Supernatural” e non “Weird”, n.d.t.), Fantasy, Fantastico, Ghost Story, Romanzo Gotico e altri. Non sembra che l’uso del termine che ne fa ogni singolo critico si approssimi a quello di qualsiasi altro, e nessuna definizione del Weird abbraccia tutti i tipi di impianti narrativi che possono essere plausibilmente presupposti per prender parte alla portata del termine. Questa difficoltà è un risultato diretto della concezione del Weird Tale come genere ben definito a cui appartengono alcuni determinati impianti piuttosto che altri”.

Intanto, comincia col far notare che Lovecraft usa il termine Weird Tale come un umbrella term, un “termine ombrello” che abbraccia Racconti del Sovrannaturale di vario tipo:

“I veri Weird Tales hanno qualcosa in più che un omicidio segreto, ossa sanguinanti, o una forma rivestita che fa clangore con le catene secondo la regola. Una certa atmosfera del terrore che lascia senza fiato e l’inspiegabilità delle forze esterne e sconosciute deve essere presente; ci deve essere un suggerimento espresso con serietà e un non-portentoso che si trasforma nel relativo oggetto, di quella concezione più terribile del cervello umano, una maligna sospensione o una particolare sconfitta di quelle leggi immutabili della natura che sono la nostra sola salvaguardia contro gli assalti di caos e demoni dello spazio inesplorato”.

H.P. Lovecraft fa un’altra suggestiva affermazione:

“[…] il punto cruciale di un racconto Weird è qualcosa che può accadere realmente”.

H.P. Lovecraft, The Supernatural Horror in Literature, 2000, copertinaL’autore di Providence sembra non chiarire se il Weird Tale sia strettamente equivalente al Racconto dell’Orrore Sovrannaturale o sia qualcosa più vasto. In The Supernatural Horror in Literature, infatti, sembra suggerire una lettura stretta del termine Weird Tale. A questo punto, Joshi si chiede come possa giustificarsi la successiva inclusione nel suo studio di Ambrose Bierce e Lord Dunsany poiché Lovecraft, effettivamente, sembra escludere interamente l’Orrore Non-Sovrannaturale quando afferma che la vera letteratura Weird

“[…] non deve essere confusa con un tipo esternamente simile ma interamente, psicologicamente differente ovvero la letteratura della mera paura psicologica e dell’orribile puramente terreno”.

Secondo Joshi, il Weird Tale deve includere la divisione in sottogeneri, ognuna dei quali dovrebbe essere considerato come “non esclusivo” e comprensivo di alcuni altri sottotipi che sono probabilmente amalgama o rami di quelli che Joshi individua.

Il Supernatural Horror è, per Joshi, forse il sottoinsieme più copioso del Weird Tale in cui rientra la maggior parte della produzione di Arthur Machen e Algernon Blackwood, una quantità significativa delle opere di Bierce e gran parte della produzione iniziale di Lovecraft.
Il Supernatural Horror può esistere soltanto laddove il mondo ordinario delle nostre vite quotidiane sia presupposto come norma; “la legge naturale” può, come lo stesso Lovecraft afferma, “essere violata” soltanto e proprio in quanto è presupposta per funzionare nel mondo reale. È ciò che i francesi chiamano le fantastique, come Maurice Lèvy rileva brevemente:

“È ben noto che il realmente fantastico esiste soltanto dove l’impossibile fa una irruzione, attraverso tempo e spazio, in un luogo oggettivamente familiare”.

La Ghost Story (nel senso stretto del termine) è concettualmente un sottoinsieme del Racconto Soprannaturale dell’Orrore, ma possiede virtualmente una storia indipendente. Joshi, dimostrerà che è una forma molto rigida e inflessibile di narrazione e perciò non deve sorprendere che M.R. James – con la sua impertinente attitudine verso la scrittura Weird – l’abbia simultaneamente perfezionata ed esaurita. Chi ha apportato cambiamenti nella tradizionale Ghost Story come Walter de la Mare e Oliver Onions, l’ha trasformata in una forma filosoficamente molto differente: la Ghost Story Psicologica.

S.T. Joshi, The Modern Weird Tale, 1995, copertinaQuasi Science Fiction è uno sviluppo dell’Orrore Sovrannaturale in quanto il mondo reale è presupposto di nuovo come norma, ma le intrusioni dell’“impossibile” sono in qualche modo razionalizzate. È una forma più avanzata di Weird Tale perché implica che “il sovrannaturale” sia non ontologico ma epistemologico: è soltanto la nostra ignoranza di determinate “leggi naturali” che genera l’illusione del sovrannaturalismo. Alcune storie di Bierce e la maggior parte dell’opera più tarda di Lovecraft ricadono in questa categoria; Matthew H. Onderdonk ha coniato il felice termine supernormal per descrivere questo fenomeno in Lovecraft, l’unico autore – a parere di Joshi – che abbia lavorato esaustivamente all’interno di questa sottoclasse. S.T. Joshi denomina gran parte della produzione lovecraftiana Quasi Science Fiction, motivando questa affermazione in base all’implicazione nelle sue storie di ciò che un giorno potremo definire fenomeni “supernormali”, e sostiene che non rientra nell’attuale Fantascienza a causa della loro intenzione manifesta di incutere l’orrore.

Per Joshi, se qualcosa è progettato per ispirare l’orrore deve essere classificato come sottogenere del Weird Tale. A questo punto, la Quasi Science Fiction e lo Psychological Horror devono essere considerati sottogeneri del Weird Tale. Lo Psychological Horror sembra scindersi in due rami distinti – che potrebbero essere denominati Pseudosupernatural (dove i fenomeni sovrannaturali sono sì suggeriti, ma spiegati via via come il prodotto di una coscienza anormale) e il Conte Cruel, che è ciò che Lovecraft aveva esplicitamente escluso. Fa notare Joshi che il limite fra il Conte Cruel e il Mystery o persino la Detective Story può essere molto sottile; impianti narrativi come quello di Psycho di Robert Bloch (1959), sembrano rientrare nella tradizione Weird, ma devono essere considerati come una storia di mistero o di suspence. L’unica distinzione, per come la vede S.T. Joshi, è l’intento dell’autore.

Fantasy è, ancora dal punto di vista di Joshi, il sottogenere più difficile da definire, perché presenta la varietà più sconfinata di forme e sembra difettare di certe ramificazioni metafisiche presenti in tutti gli altri tipi di Romanzo Weird. In un mondo immaginario Fantasy – come quello di The Gods of Pegāna di Lord Dunsany, o quello de Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien – non ci può essere orrore sopranaturale perché il mondo reale e le sue leggi non sono assunti esistenti. Tali opere presentano eventi “che possono accadere”, ma in cui i momenti di terrore non potranno essere di alcuna varietà ontologica. Fa notare il critico americano che potrebbe esserci, tuttavia, una specie di orrore pseudo-ontologico riflesso nelle risposte dei personaggi: quando, in The Gods of the Mountain di Lord Dunsany (1911), qualcuno dice “la roccia non dovrebbe camminare nella sera” possiamo presupporre che, almeno in un particolare, questo regno immaginario obbedisca a leggi naturali simili alle nostre. All’interno dei racconti di Dunsany vi è sicuramente una violazione delle leggi naturali ma – tiene a far notare Joshi – l’autore non desidera farci provare terrore.

Weird Tales, dicembre 1936, copertinaHeroic Fantasy (principalmente in Robert E. Howard e Fritz Leiber) è una combinazione del Racconto di Orrore Sovrannaturale con la storia di avventura e con il Romanzo Storico.

Nell’Ambiguous Horror Tale, il dubbio se gli eventi siano sovrannaturali o no è mantenuto sino alla fine. Per Joshi si tratta di una forma ibrida e, pur ammettendo che ve ne sono alcuni esempi notevoli, non la trova tipica del genere nell’insieme. Ammette però che l’opera di Bierce sembra darne qualche esempio, ma a una lettura più accurata fornisce, in quasi ogni caso, indizi sufficienti verso una risoluzione, sovrannaturale o non-sovrannaturale. Inoltre sostiene che si potrebbe benissimo fare a meno della bizzarra categoria del “racconto puro dell’orrore” – nel saggio di Peter Penzoldt – che comprende la mera esibizione senza pudore dell’orrore fisico relegandola a certe forme più basse di letteratura e film popolari, e trova grottesco volerla riscontrare, come fa Penzoldt, nel lavoro di Machen, di Lovecraft e persino di F. Marion Crawford.

E se Lovecraft tenta di dare un fondamento antropologico al Weird, Joshi sostiene che è un modo di vedere la vita.
Afferma che gli scrittori Weird pur utilizzando schemi narrativi o loro variazioni, lo fanno in accordo con precise predisposizioni filosofiche. Evidenzia come tutti gli autori che esamina (a eccezione di James) elaborino diverse visioni del mondo che li portano a scrivere questo genere di letteratura: differenti orientamenti filosofici, insomma, produrrebbero tipi diversi di weird tales. È convinto che si possa comprenderne l’opera esaminandone unicamente le teorie metafisiche, etiche ed estetiche, e notando poi come i loro scritti le riflettano o ne siano espressione. In ogni caso, Joshi fa notare che l’intera produzione di ogni scrittore possiede un’unità filosofica, che cambia a seconda della diversa concezione che essi hanno del mondo. Questa indagine filosofica si accompagna a quella filologica rivolta a uno studio dei fatti, delle biografie, degli scritti non romanzati, delle lettere et similia.
S.T. Joshi intende mostrare in sostanza come il Weird Tale offra un’opportunità unica alla speculazione filosofica, al punto da spingersi ad affermare che

“[…] si potrebbe dire che il Weird Tale è un modo narrativo eminentemente filosofico, in quanto frequentemente costringe a richiamare direttamente questioni fondamentali come la natura dell’universo e del nostro posto in esso”.

E proseguendo con

“[…] alcuni autori sviluppano determinati tipi di visione del mondo che li spingono a scrivere romanzi i quali stimolano nei lettori domande, revisioni, rovesciamenti dei loro punti di vista sull’universo; il risultato è ciò che noi (retrospettivamente) chiamiamo Weird Tale”.

Ogni autore, secondo Joshi, sta provando a convincerci della veridicità della sua visione del mondo. Gli impianti narrativi prodotti non possono adattarsi tutti ordinatamente alla categoria del Weird Tale, ma ignorare alcune opere ostacolerebbe seriamente la nostra comprensione generale della figura, del senso e dello scopo del loro pensiero.


Bibliografia:
The Weird Tale, S.T. Joshi, Austin: University of Texas Press, 1990
The Supernatural Horror in Literature. H.P. Lovecraft, 1927, Annotated edition T.S. Joshi, Hippocampus, 2000
The Supernatural in Fiction. Peter Penzoldt, New York: Humanities Press, 1965
Lovecraft, ou, Du Fantastique. Maurice Levy, Christian Bourgois, Paris 1985
La letteratura fantastica. Tzvetan Todorov, Garzanti, Milano 2000
Storia della letteratura del terrore. Il “gotico” dal Settecento a oggi. David Punter, Editori Riuniti, Roma 2006
Agiografia Medievale. S. Boesch Gasano, Ed. il Mulino, Bologna 1976
Oxford English Dictionary. Vol. 3, Clarendon Press, 1997

Tatiana Martino

(articolo pubblicato sulla rivista Necro – anno I, numero IV, novembre 2007)

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