lunedì 7 novembre 2011

Un intemelio alla corte del Dampiro

Dampyr #140, copertinaPer tutti noi appassionati di cose weird la serie Dampyr della Bonelli è sicuramente una serie molto molto speciale. Ma in particolare lo deve essere il presente numero, il 140 uscito in edicola il 4 novembre dal titolo “La ballata di Re Orpheus”, che è degno di nota e di emozione in quanto particolarmente vicino alle nostre corde.

Se, infatti, l’albo riprende i personaggi e le vicende del bell’episodio “Il mistero di Loch Torridon” (n° 73) di Mauro Boselli e Luca Rossi, se costituisce un ritorno alle atmosfere folkloristiche tanto care ai lettori – e particolarmente a chi scrive – esso ha anche un motivo in più di valore.

Si tratta infatti del tanto atteso primo numero disegnato da Alessandro Scibilia e – si spera e glielo si augura di tutto cuore – il primo di una lunga serie di episodi con la sua firma. Lo diciamo con un filo di campanilismo, ma giustificato: lo Scibilia ci è particolarmente caro in quanto disegnatore della nostra terra, e disegnatore di razza e di classe purissima. Giovane autore di Ventimiglia, educato all’arte del disegno da Carlo Marcello (famoso disegnatore attivo in Francia, ma notissimo ai lettori italiani soprattutto per le sue numerose storie di Tex) , Alessandro è già noto per aver realizzato insieme al fratello Andrea Scibilia (soggettista e sceneggiatore) gli albi finora usciti della serie storico-horror ambientata a Triora dal titolo Il sorriso della bagiua, vale a dire “il sorriso della strega” per i non liguri). Per coloro che fossero curiosi circa l’opera in questione, il sito a essa dedicato è ilsorrisodellabagiua.com.

Tornando al numero di Dampyr in questione, però, Alessandro Scibilia finalmente porta a termine un lavoro che ha avuto una gestazione lunga e travagliata e lo fa con uno degli episodi artisticamente più efficaci che la serie ricordi. Nel mare magnum di grandissimi autori all’opera mensilmente su Dampyr (basti ricordare gli straordinari Alessandro Baggi, Alessandro Bocci, Luca Rossi, Majo, Arturo Lozzi, Michele Cropera, Nicola Genzianella, Fabiano Ambu, Maurizio Dotti e tantissimi altri maestri del disegno che ci perdoneranno l’involontaria omissione) il nostro sgomita – sommessamente e molto educatamente, come chi lo conosce sa essere il suo stile – ma pur sempre sgomita per prendersi il proprio posto dovuto in maniera assolutamente inconfondibile.

Dampyr #140, tavola 18
Dampyr #140, tavola 21

Il suo Harlan Draka è inequivocabilmente elegantissimo e fascinoso (così come lo sono i vari comprimari e le fanciulle che compaiono nella vicenda), le sue ambientazioni totalmente suggestive ed efficaci, i suoi mostri orrendi ma pervasi da una loro intrinseca attrattività ed oscura malìa. Stilisticamente parlando il suo segno è più evoluto che mai e promette sicuramente ulteriori meraviglie nel corso del tempo a venire: l’impostazione dell’azione è sicura e coinvolgente e le stesse chine fumose e oscure, frutto di un tratteggio finissimo, colpiscono pienamente nel segno. Sicuramente chi avesse la fortuna di visionare le tavole originali non potrà fare a meno di scoprire in esse una miniera di dettagli e sfumature preziosissime che non possono non essere andate in parte perdute nel processo di inevitabile semplificazione e riduzione che richiede la messa in stampa. Ma tali dettagli finissimi ci sono, ed è questo l’importante. E a ben cercarli, il lettore attento li ritroverà sicuramente.

Dampyr #140, tavola 39
Dampyr #140, tavola 67

Un minimo di sinossi tratta dal medesimo sito ufficiale della Bonelli prima di lasciarvi alla lettura:

“«Orfeo, davanti al Re degli Elfi, impugnò l’arpa e cominciò a cantare»... Per anni Duncan McGillivray ha tenuto nascosta l’esistenza della misteriosa «Ballata di Re Orpheus» che ha ascoltato nel vento delle brughiere scozzesi. Ora la canzone che conduce alla morte e alla sventura è stata riarrangiata dal complesso folk del suo allievo Stuart Morison. Il vecchio Duncan vuole impedire che la ballata venga eseguita a Byrnestane Castle, che nell’oscuro Medioevo fu sede degli innominabil riti sanguinari del malvagio Lord Soules e del suo famiglio Redcap. A Byrnestane, per un convegno sulla cultura celtica, ci sono anche i cacciatori di fantasmi dell’Università di York. Ma, secondo la medium Maud Nightingale, fantasmi proprio non ce ne sono! Almeno sinché le note della ballata non echeggiano tra le vecchie mura... e, con l’aiuto del giovane Stuart, i nostri cacciatori di vampiri e di fantasmi dovranno vedersela con gli spettri al servizio del terribile Lord Soules...”

Ed è una lettura caldamente consigliata e imprescindibile: se conoscete Dampyr, se non lo conoscete, se amate la cosiddetta scuola ligure del fumetto oppure semplicemente i disegni straordinari (i testi lo sono già d’ufficio con il maestro Mauro Boselli all’opera, ça va sans dire) questo è il numero che fa per voi. Non perdetevelo!

La ballata di Re Orpheus
Dampyr n° 140
Sergio Bonelli Editore, 4 Novembre 2011
albo, €2.70
ISBN 977159000200210140

Umberto Sisia

2 commenti :

  1. Per chi volesse saperne di più su Alessandro Scibilia, ecco il link ad una sua intervista:
    http://pianetafumetto.blogosfere.it/2010/12/10-anni-di-dampyr-intervista-ad-alessandro-scibilia.html

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  2. Grazie per il bell'articolo Umberto...e per le belle parole! :)...vedere il proprio lavoro pubblicato e condividerlo con i lettori è una grande emozione...sono contento che tu abbia gradito l'albo, a presto!

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