domenica 3 aprile 2011

Lukundoo e altre storie di Edward Lucas White

Lukundoo e altre storie, 2011, copertinaDopo una breve pausa dovuta a motivi “tecnici”, la Dagon Press riapre i battenti e annuncia che sono formalmente aperte le richieste per Lukundoo e altre storie di Edward Lucas White, volume che già si preannuncia come un evento nella storia editoriale italiana legata al fantastico. In oltre 400 pagine sono state raccolte, in versione integrale, tutte le migliori storie horror, fantastiche e “strane” dello scrittore, tradotte per la prima volta nel nostro paese per le cure di uno specialista come Bernardo Cicchetti. Chi ama la buona letteratura fantastica, i grandi classici dell’orrore letterario, non può lasciarsi sfuggire questo volume.

Edward Lucas White (1866-1934), scrittore americano, fu professore di latino e greco e autore di romanzi di ambientazione storica. Oggi però è famoso, e giustamente ricordato, per essere l’autore di uno dei racconti più impressionanti della letteratura soprannaturale: “Lukundoo”, il cui protagonista è vittima di un raccapricciante maleficio operato da uno stregone africano. Il suo climax orrorifico lascia letteralmente pietrificati, e la sua particolarità è che la storia in questione lo scrittore la sognò. Letteralmente.

Ma oltre a questo gioiello del macabro, E.L. White ha scritto tutta una serie di memorabili racconti fantastici e orrorifici che prendono corpo dai suoi incubi, e che non sono da meno in quanto a senso di inquietudine e alienità che riescono a trasmettere, qualità che lo fanno annoverare tra i grandi Maestri dimenticati del genere. Lo stesso H.P. Lovecraft lo considerava uno degli scrittori più rappresentativi dell’horror del ’900, e di lui ha scritto, in Supernatural Horror in Literature, che “[…] White sa conferire ai suoi racconti un pregio molto singolare: una sorta di fascino subdolo che possiede una sua peculiare capacità di convincere”.

La grossa raccolta che pubblichiamo in esclusiva (un vanto nel percorso editoriale della piccola ma agguerrita Dagon Press) raccoglie in maniera ragionata e pressoché completa, in traduzioni nuove e integrali, i migliori racconti della produzione fantastica di White, dei capolavori assoluti nel genere weird come “Il Muso”, “La Casa dell’Incubo”, o “Amina”, e comprende l’intera antologia originale Lukundoo and other stories (1927), più un’ampia scelta dei racconti più belli e significativi delle raccolte successive dell’autore, The Song of the Sirens and other stories (1934) e Sesta and other strange tales (2001). Il tutto corredato da disegni e illustrazioni d’epoca, foto rare dello scrittore, e documenti che ne inquadrano la vita e l’opera, comprese le rarissime Introduzione e Postfazione dello stesso White alle prime due suddette raccolte.

Il libro si presenta quindi come l’antologia “definitiva” di un vero classico della letteratura nera e fantastica, raccogliendo il meglio di un autore che fino ad ora è stato stranamente e – diciamolo pure – criminalmente ignorato in Italia.

Sebbene la sua fama di scrittore resti legata soprattutto ai racconti horror più tradizionali, White – scrive Andrea Jarok nella bio-bibliografia posta in appendice al libro – “si pone in quella scia di autori, da Walter de la Mare fino a Robert Aickman, in cui il fantastico è rappresentato più da una situazione psicologica irrisolta, attraverso la quale l’essere umano, reso più debole, riesce ad accedere a nuove e a volte terrificanti realtà”. È questo il caso, per esempio, delle mostruose trasformazioni (prima psicologiche e poi fisiche) di racconti come “Canea”, “Il Muso”, o “Sesta” dove si assiste, nel contesto di una storia di pirati alla Robinson Crusoe, a una terrificante metamorfosi lovecraftiana che lascia completamente spiazzati.

Ma nell’insieme dell’antologia trovano posto anche le più classiche ghost stories (“Il Messaggio sulla Lavagna”, “Gertrude”, “La Cintura”), contes crueles (“La Pantera Maculata”) e perfino fantasie storiche che, per stile e atmosfera, ricordano i racconti di Robert E. Howard (“Disvola”, “La Spada di Flocki”). Non c’è genere nel campo del racconto soprannaturale e fantastico in cui l’autore non si sia cimentato, e la forza della sua prosa, resa eccellente dall’esposizione precisa dei fatti, dall’accuratezza e dall’accumulo dei dettagli, si rende evidente in storie ingegnose e sottilmente inquietanti come “Il Canto delle Sirene”, una disturbante rivisitazione del mito Omerico, o “L’Isola Stregata”, dove l’aspetto onirico e quello fantastico si uniscono in un’atmosfera rarefatta che richiama il mondo allucinato di una serie televisiva di culto come Il Prigioniero. Ci sono poi le storie assolutamente inclassificabili, in cui le situazioni più strane e bizzarre, in genere legate alla psicologia deviata, ma anche devastata (e devastante) dei personaggi la fanno da padrone. È il caso di racconti come “Il Rantolo della Morte”, o “Il Puzzle”. Un campionario d’incubi, dunque, degno di un Poe o di un Lovecraft.

Quelli di White sono racconti che sempre, e in ogni caso, “rinviano a un oltre, a realtà parallele dove coerenza non è una parola pertinente” (Cicchetti). È noto che l’autore scrisse quasi tutte le sue storie sotto l’effetto dei sogni, o meglio degli incubi, terrificanti e vividi, che ne affliggevano le notti; la sua era una sorta di scrittura automatica, quasi inconscia, come quella dettata dai medium, perché White scriveva subito dopo sveglio come fosse in trance. Una caratteristica, questa, che lo accomuna vieppiù ad H.P. Lovecraft, altro grande creatore d’incubi. E al pari di quelle del Maestro di Providence le sue storie sono potenti, fantastiche e strane; in esse i personaggi e gli ambienti sono calati in atmosfere allucinate e irreali.

Anche un critico acuto come S.T. Joshi ha riconosciuto a White queste qualità, quasi magiche, di scrittura, dedicandogli un articolo elogiativo in cui afferma che “Edward Lucas White ci ha lasciato un piccolo ma significativo corpus di storie fantastiche, che troppo a lungo hanno aspettato per trovare una nuova generazione di lettori che le sappiano apprezzare” (cfr. “E.L. White: Dream and Reality”, in The Evolution of the Weird Tale, Hippocampus Press, New York, 2001, p. 45).

È quindi un volume di grande impegno e valore quello che pubblichiamo, un vero must per studiosi, cultori o semplici appassionati della migliore letteratura fantastica. Un libro destinato sicuramente a diventare un prezioso oggetto di culto, e che resterà negli annali delle pubblicazioni dedicate alla letteratura di genere in Italia.

Data la sua natura specialistica e anticommerciale, Lukundoo e altre storie di Edward Lucas White viene pubblicato a tiratura controllata e limitata (solo 100 copie numerate), con possibilità di acquisto diretto mediante versamento su PostePay n. 4023600464559329 (intestatario: Pietro Guarriello), oppure con bonifico bancario (dati a richiesta). Il volume ha un costo di 35 Euro + spese di spedizione (4 Euro), e l’invio avverrà con la sicurezza della posta raccomandata. Dopo il versamento, occorre inviare una email di conferma all’indirizzo di redazione studilovecraft@yahoo.it circa l’avvenuto pagamento, indicando qui un indirizzo postale per il recapito.

Importante: Il volume viene venduto con il metodo della prevendita (scontato del 10%), e gli ordini devono necessariamente pervenire entro il 30 aprile 2011. Una volta chiuse le prenotazioni, le copie saranno stampate e spedite ai richiedenti, che le riceveranno entro un paio di settimane. Saranno quindi stampate tante copie quanti saranno gli ordini pervenuti (fino a un massimo di 100 copie). Dopo la data suddetta del 30 aprile, se resteranno copie invendute il prezzo del libro salirà a 39 Euro + spese di spedizione; ma resta chiaro che al raggiungimento delle 100 copie il libro non sarà più disponibile.

Ricordiamo infine che, per quest’occasione “speciale”, il volume viene stampato in edizione rilegata e non in brossura, come i precedenti, e quindi avrà una solida copertina (che “invecchiata” ad arte riproduce esattamente, a parte il titolo in Italiano, quella originale del 1927) e sovracopertina antipolvere. Questa sua esclusività, e la stampa limitata (oltre alla bellezza intrinseca dell’oggetto in sé) determineranno il futuro valore del libro, destinato col tempo a diventare un ambìto volume da collezione.

Info: studilovecraftiani.blogspot.com. Per ulteriori chiarimenti potete scrivere alla email di redazione studilovecraft@yahoo.it.

Pietro Guarriello

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