lunedì 17 dicembre 2012

Se sei vivo, spara! Western horror all'italiana

Se sei vivo, spara! #1, copertina
Se sei vivo, spara! #2

Una scoperta piacevole e del tutto interessante è stata per me nella recente trascorsa edizione di Lucca Comics quella della realtà della Villain Comics, un piccolo studio romano del quale ho avuto il piacere di provare un paio di prodotti e del quale senza dubbio in una futura occasione acquisirò altro materiale. Si tratta di un gruppo di giovani artisti che per quello che ho potuto vedere hanno già in mano notevoli ferri del mestiere e sono stati in grado di produrre fumetti popolari, sia come struttura che come prezzo, ma decisamente pregevoli sul fronte della qualità.

In questa occasione recensirò in particolare i primi due numeri della serie western horrorifica Se sei vivo, spara!, il cui titolo già rimanda alla tradizione illustre dello spaghetti western e il cui genere vanta in ogni caso nobilissimi precedenti e progenitori in ambito sia letterario che fumettistico (probabilmente Magico Vento è il primo nome che verrà in mente al lettore medio italiano, ma ovviamente non è certo l’unico, né in senso cronologico, né in senso tematico). Ho scelto di partire da questa serie soprattutto perchè, essendone già usciti due numeri, ho avuto modo di apprezzarne lo sviluppo e l’evoluzione stilistica e contenutistica.

Se sei vivo, spara! è la storia, introdotta direttamente in media res, di Lion Gardner, un feroce pistolero orbo che vaga per un altrettanto feroce Far West a caccia di vampiri ed entità soprannaturali, guidato in un qualche modo ancora recondito e sconosciuto da una misteriosa figura che si intuisce racchiusa nella bara che egli si porta in spalla e che di tanto in tanto si manifesta con una inquietante nenia infantile. Tale iconografia, peraltro, non può non ricordare il Franco Nero di Django, con il primo (anzi, il secondo) di uno dei tanti rimandi alla tradizione cinematografica italiana di genere presenti nella serie.

Nel corso della vicenda e attraverso vari flashback inizieremo a comprendere la natura dei retroscena della storia: da un lato l’osceno patto dei superstiti di una tribù pellirosse, massacrata dagli uomini bianchi, con uno spirito maligno in vista della sopravvivenza e della vendetta, dall’altro lato la storia di Lion e della sua famiglia, colpita da una serie di tristi lutti. Le due linee narrative – lo si intuisce soltanto allo stato attuale delle cose – convergeranno per spiegare il perché del diffondersi della piaga vampirica nel Massachussets.

Tavola del fumetto 'Se sei vivo, spara!'Massachussets scelto non a caso, in quanto anche nella realtà fu teatro del dispiegarsi delle prime cronache vampiriche moderne sul continente americano. Lion Gardner vagherà quindi in cerca di riscatto, pronto a sterminare tutti i vampiri pellirosse nei quali riuscirà a imbattersi pur di soddisfare quella sete di distruzione che pare ormai la sua unica ragione di vita.

La narrazione di Bruno Letizia, autore unico del fumetto, risulta al momento vivacissima e decisamente efficace sul piano del coinvolgimento emotivo. Certo, forse non la si potrà dire originalissima a tutti gli effetti, ma è ovvio che se si gioca in una buona misura sull’asse dell’omaggio, del citazionismo e dell’inserimento in un solco narrativo ormai consolidatissimo, non si potrà pretendere sull’altro lato la piena originalità e innovatività di trame e contenuti. Tuttavia la storia regge, è appassionante e coinvolgente, e pertanto credo che già questo sia un punto di partenza decisissimo.

Inoltre, fra il primo e il secondo numero la serialità pare ottimamente rispettata, con un giusto equilibrio fra le scene di azione e il dosaggio delle rivelazioni che sono indispensabili a comprendere gli accadimenti. Anche il disegno appare notevolmente buono, fresco e dinamico con – cosa ancora più importante – un evidentissimo miglioramento nella seconda uscita, per quel che concerne le principali incertezze di impostazione e di segno (che comunque erano pur sempre di lieve entità). Complessivamente, il reparto del disegno passa quindi l’esame a pieni voti. Anche le covers di Fabio “STB.01” Listrani sono, peraltro, ottime e pienamente consone al tono dell’intero fumetto.

Interessante, per quanto sicuramente anch’essa ormai nella grammatica comune del fumetto, la scelta per i flashback di un segno più pulito, con un’inchiostrazione dai toni meno marcati; uno stile narrativo volto a sottolineare la tenerezza struggente di un passato ormai perduto per il protagonista in paragone al presente ormai oscuro e desolato.

Tavola del fumetto 'Se sei vivo, spara!'
Tavola del fumetto 'Se sei vivo, spara!'

Se dovessi fare un solo piccolo appunto, potrei farlo essenzialmente sulla sceneggiatura. Non vorrei che mi si tacciasse di pruderie senza senso, ma in realtà potrei dire semplicemente che diverse battute potrebbero essere scritte in modo più fluido e con un effetto drammatico decisamente più accurato. In altre parole non è tanto il ricorso a pittoreschi insulti o alla volgarità un po’ gratuita a dispiacere quanto, piuttosto, che certe circonvoluzioni verbali e certe espressioni paiono un po’ forzate rispetto al contesto in cui sono inserite, oppure paiono talora un po’ ridicole, piuttosto che conferire una più potente incisività ai dialoghi dei personaggi.

Un paragone che può essere fatto è, a tale proposito, quello con Garrett - Ucciderò ancora Billy the Kid, ove lo scrittore Roberto Recchioni, peraltro nume tutelare del gruppo e revisore dei testi del primo episodio, a suo tempo sapeva sfruttare ben altrimenti l’elemento lessicale del turpiloquio, con un dosaggio più preciso e controllato.

In definitiva, Se sei vivo, spara! è un prodotto altamente consigliato, del quale certamente attendo e non mi perderò la prossima uscita, magari brontolando un po’ per il fatto che gli episodi non sono lunghissimi e hanno una durata non troppo estesa, lasciando fin troppo presto con il desiderio di leggere la prossima puntata e la prosecuzione di questa “darkeggiante", sanguigna, rovente e polverosa saga a base di canini e pallottole. I complimenti agli autori sono d’obbligo, come l’augurio che si vada avanti non solo così, ma migliorando di volta in volta e di uscita in uscita.

Informazioni in rete presso il sito www.villaincomics.it.

Umberto Sisia


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